Il ritorno tanto atteso di "Report" ieri, in prima serata su Rai3, è stato caratterizzato da un ottimo risultato in termini di ascolti televisivi (ha sfiorato il 10% di share): complice - inutile negarlo - anche dell'onda lunga di solidarietà (e anche di polemiche) che hanno segnato le varie reazioni al terribile attentato sotto casa di Sigfrido Ranucci a Pomezia, nella notte tra il 16 e 17 ottobre, e la conseguente aspettativa su che cosa il conduttore del servizio pubblico avrebbe comunicato nell'apertura "solenne" di puntata. Tuttavia le molteplici discussioni sulla libertà di stampa in Italia, che proseguono ormai incessantemente da dieci giorni, non cennano a terminare.
Questa mattina è stato il turno di Rula Jebreal, la quale ha presentato alla Camera dei Deputati il proprio libro - intitolato "Genocidio" e pubblicato nella scorsa primavera a proposito di quanto è accaduto in Medio Oriente - a fianco dello stesso presentatore di "Report" e del leader fresco riconfermato (non senza ilarità) del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. La giornalista palestinese, parlando della libertà di informazione come "un pilastro della democrazia" ha voluto chiamare vicino a sè una persona "che considero un guardiano della democrazia e della verità: e vorrei dirvi che Sigfrido Ranucci non solo è un eroe nazionale di questa repubblica".
Durante il suo discorso tenuto nella sala stampa di Palazzo Montecitorio, Jebreal ha sottolineato come la bomba che è stata messa davanti casa di Ranucci, facendo saltare in aria le automobili sua e della figlia, "mi fa ricordare i 280 palestinesi uccisi a Gaza perché raccontavano la verità. La bomba a Sigfrido è un messaggio a tutti noi: dovete stare zitti o vi facciamo fuori. Per fortuna Sigfrido è sopravvissuto, a Gaza i giornalisti sono massacrati ogni giorno". La celebrazione di Ranucci e il parallelosmo non del tutto congruente con quello che è drammaticamente accaduto in Palestina prosegue: "Io credo ci sia un nesso diretto della violenza omicida (tra l'attentato a Ranucci e gli attacchi alla stampa nella Striscia, ndr) ma in questo paese possiamo fermarlo, a Gaza abbiamo fallito".
Il confronto, probabilmente non del tutto appropriato, è stato usato successivamente anche dallo stesso Ranucci: "In un contesto di guerra usano le bombe, in un contesto di pace usano le querele temerarie". Argomento di dibattito in tutti questi ultimi giorni successivi all'attentato.