A otto giorni di distanza dal terribile attentato che ha polverizzato due sue automobili sotto casa a Pomezia e alla vigilia del ritorno della messa in onda di "Report" con l'avvio della nuova stagione televisiva, Sigfrido Ranucci torna a parlare di libertà di informazione e di giustizia. E lo fa ospite dell'assemblea generale dell'Associazione Nazionale Magistrati che si tiene a Roma. Il giornalista chiarisce che non desidera che gli esponenti politici che hanno sporto delle querele contro di lui ritirino le denunce fatte: "Io voglio vincere sul campo, non per assenza di giocatori. Però vorrei che se un politico denuncia un giornalista, sapendo che quello che il giornalista ha detto è vero, poi paghi. E paghi anche salato, perché ha scomodato la giustizia, ha ingolfato la giustizia e ha fatto un'evidente intimidazione alla libertà di stampa".
Davanti ai rappresentanti dell'Anm il conduttore Rai esprime la sua opinione anche sullo stato di salute della giustizia italiana, anche in riferimento alla riforma costituzionale della separazione delle carriera voluta dal governo Meloni, senza mancare di scagliare una frecciatine proprio nei confronti delle toghe: "L'Associazione Nazionale dei Magistrati deve cominciare a ragionare in maniera meno correntizia, perché è un vizio politico quello delle correnti". E poi aggiunge: "Io ho grandissimo rispetto e grandissima fiducia nella magistratura come cittadino italiano, nonostante abbia un numero di denunce enorme, 220, e quindi dovrei essere quello più arrabbiato - prosegue Ranucci -. Basterebbe però approvare la legge sulle liti temerarie, perché quella che c'è adesso non mi sembra funzioni un granché".
In ogni caso il presentatore di "Report" intende lanciare una sorta di segnale di incoraggiamento ai giudici: "Sono qui perché mi hanno invitato e sono venuto perché credo che sia importante in questo momento mandare un messaggio alla all’Associazione nazionale dei magistrati che sia importante essere uniti". E poi fa sostanzialmente un endorsment a favore del No al referendum confermativo alla riforma Nordio che si terrà nel 2026.
A chi gli chiedeva infatti come sarà il suo voto al quesito sottoposto a consultazione elettorale, Ranucci ha replicato: "Io sono contrario alla separazione delle carriere perché in tutti i Paesi dove c'è la separazione delle carriere, il pm poi alla fine è sottoposto al potere politico. Noi abbiamo bisogno di poteri divisi che si facciano da contrappeso e solo così si può far funzionare la macchina democratica".