Attualità

Braccio di ferro Meta-Siae, il danno per gli influencer: "Lavoro in fumo"

Sono pesanti le ripercussioni che il mancato accordo tra Meta e Siae sta procurando a influencer, blogger e content creator che su Instagram e Facebook lavorano. Per molti la cancellazione della musica rappresenta un vero danno

Braccio di ferro Meta-Siae, il danno per gli influencer: "Lavoro in fumo"
Tabella dei contenuti

"Questa canzone non è al momento disponibile". Negli ultimi giorni questo è il messaggio ricorrente che gli utenti di Facebook e Instagram vedono comparire sugli schermi, quando guardano un reel o un post video oppure una storia, dove è stata caricata una canzone, nella maggior parte dei casi italiana. La colpa del malfunzionamento è dovuta al mancato accordo tra Meta e Siae sull'utilizzo della musica nei contenuti delle due piattaforme social. Un problema che per molti è solo una scocciatura, ma per altri rappresenta invece un danno. Lo dicono i content creator che con Facebook, ma soprattutto Instagram, lavorano. Influencer, travel blogger, beauty e comic creator, un po' tutti hanno riscontrato un peggioramento delle performance dei propri canali social con perdite di visualizzazioni e di conseguenza di popolarità e introiti.

Meta-Siae, cosa è successo nell'ultima settimana

Meta, che amministra le due piattaforme social, e Siae non hanno raggiunto un accordo equo sul rinnovo delle licenze di utilizzo della musica italiana. La proposta economica fatta dall'azienda di Mark Zuckerberg non è stata ritenuta soddisfacente dalla Siae, così senza un accordo tutti i contenuti contenenti brani del repertorio Siae sono stati silenziati. Un fatto senza precedenti, che sta interessando solo l'Italia. Di fatto, però, su Instagram e Facebook sono sparite anche le canzoni di numerosi artisti internazionali e di cantanti, che non fanno parte di Siae ma appartengono al catalogo internazionale e il caos è stato inevitabile. Soprattutto perché, in questa prima fase di "aggiornamento", oltre alla musica sono saltate anche lei voci degli utenti e il danno, soprattutto per i vecchi contenuti (quelli pubblicati prima del mancato accordo), è incalcolabile.

La rabbia dei content creator

Come era prevedibile a farne le spese sono stati i content creator - influencer, blogger e personaggi - che con i loro profili Instagram e Facebook lavorano a colpi di reel e storie. Se per i nuovi contenuti i volti noti del web si stanno organizzando, il problema principale riguarda soprattutto i vecchi post e video, perché il blocco di Meta sulle canzoni Siae è stato retroattivo. "Il problema è sui vecchi contenuti. Direi che il 90% dei miei contenuti è ora silenziato e questo causa una riduzione sia nei nuovi follower che nella copertura giornaliera", ci ha spiegato Michele Lettera, doppiatore e famoso su Instagram per i suoi video ironici in cui doppia ricette improbabili nella rubrica "Fa schifo e grazie al c....".

Meno visualizzazioni, meno follower

Il danno maggiore del mancato accordo tra Meta e Siae è proprio la perdita di visualizzazioni. "Per me che faccio contenuti online e soprattutto ho aperto da poco un'agenzia di comunicazione che di fatto produce video su Instagram e Tiktok, la situazione tra SIAE e Meta è un vero e proprio disastro", ci ha spiegato Stefano Maiolica, conosciuto su Instagram per la sua pagina "Un terrone a Milano", che conta quasi 200mila follower. "Ogni mese ho circa sei milioni di persone che approdano sul mio profilo che, attualmente, contiene solo video muti. Già perché le azioni messe in atto da Meta sono state applicate anche a ritroso (sui contenuti già pubblicati) e Meta per eliminare i suoni coperti da SIAE sta mutando totalmente i video andando a cancellare anche il suono originale presente, come potrebbe essere la mia voce narrante", ha proseguito Maiolica, spiegando come Meta abbia prima invogliato i creator a sfruttare determinate musiche e poi ha rimosso tutto: "La conseguenza è che il 90% dei miei video sono completamente silenziati, proprio quei video che la piattaforma ci chiedeva di caricare utilizzando le canzoni virali per raggiungere più persone. Dalle mie parti si direbbe 'cornuti e mazziati'".

Danno di immagine e mesi di lavoro in fumo

Oltre al danno - perdita di follower e visualizzazioni - c'è la beffa che i content creator devono subire. Per realizzare contenuti come reel, storie e post video, i creator impiegano molto tempo. Tutto lavoro andato in fumo, come spiega Michelangelo Azzariti, travel content creator e collaboratore di Planetopedia, che oggi conta 150mila follower: "Io generalmente taglio i video in base alla musica e i frame vanno musicalmente a tempo con i miei video, con questa vicenda è saltato un lavoro minuzioso che faccio nel montaggio. Adesso in quasi tutti i miei video, comprese le collaborazioni con hotel sono silenziati e è un danno bello grande". Attendere che la situazione si risolva, o che tutto torni come prima, sembra essere una delle opzioni. Ma la rabbia dei creator rimane, soprattutto perché la scelta di alcune canzoni è stata suggerita e incentivata da Meta stessa, che ora silenzia tutto: "Le musiche che scegliamo spesso va in base ai trend suggeriti. Se una musica è popolare, il video può andare bene in termini di visualizzazioni, like e interazioni. Non avendo più questa opportunità, ne risentono le visualizzazioni e le prestazioni dei video".

Non solo la musica, cancellata la voce

Il problema tecnico principale, in questo momento, è che Meta sta rimuovendo non solo le canzoni, ma anche le voci dei creator che, in alcuni reel, si andavano ad aggiungere alla musica. "Ho sentito altri colleghi che utilizzano il voice over (voce fuori campo, ndr) e che si sono visti togliere anche la voce essendo un video unico. Così, chi faceva un video senza sottotitoli, ora quelli sono totalmente da buttare", ha dichiarato Michelangelo Azzariti, proseguendo: "Non ce lo aspettavamo, sinceramente. E al momento Instagram non riesce neppure a scindere i musicisti di Siae e Soundreef Ltd".

Le soluzioni alternative

Mentre qualcuno medita una class action contro Meta, i content creator più famosi corrono ai ripari pensando a nuove soluzioni. "L'alternativa sarebbe poter agire sui vecchi contenuti ed eliminare i brani mantenendo la traccia vocale. Purtroppo questo al momento non è possibile, perché Instagram permette sì di sostituire il brano con uno non protetto da copyright, ma non separa la voce dal brano. A questo punto spero che meta trovi una soluzione", ha spiegato Michele Lettera, concludendo: "Credo che se vada avanti così anche gli utenti, non solo noi creator, avranno un'esperienza su questo social meno coinvolgente". Mentre Lettera sta tamponando la situazione "queqqando" i brani famosi (intonare le canzoni a ritmo di 'que') in pieno stile ironico, Stefano Maiolica di "Un terrone a Milano" intraprenderà vie alternative: "Sono fermo con le varie collaborazioni perché c'è la paura che la piattaforma cancelli l'audio. In generale utilizzerò audio senza copyright presi da alcune piattaforme".

Chi si "salva"

Va meglio, invece, ai content creator che utilizzano per lo più le storie Instagram e che non puntano sulla musica per i loro contenuti. È il caso di Federica Accio, chinesiologa di "In forma con Fede". La creatrice della popolarissima "ginnastichina" non ha risentito del mancato accordo tra Meta e Siae e questo grazie alla diversa interazione con i suoi follower e il tipo di messaggio che Federica cerca di trasmettere. "I miei contenuti sono ricchi di sostanza, quindi tutto ciò che è reel e contenuti brevi non dà il giusto credito all'informazione che sto cercando di fare dal 2017 su Instagram con la collaborazione di medici e esperti per salvaguardare la salute delle persone. Musica o non musica comunico comunque e forse meglio", ci ha spiegato Federica, che ha concluso: "Se fosse per me, se non ci fosse la possibilità di fare reel sarebbe meglio. Io ho bisogno di approfondire le questioni, non fare semplici balletti. Quelli li lascio alle influencer". A spingere i reel è stato, però, Meta che ha "costretto" i creator a pubblicare reel con costanza per innalzare il fantomatico algoritmo e ottenere nuove interazioni.

Una spinta che però oggi viene frenata dalla stessa Meta.

Commenti