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"La Cassazione francese mi fa godere". L'ultimo oltraggio dell'ex terrorista rosso

Il fondatore delle Brigate combattenti di Prima Linea, Enrico Galmozzi, gioisce sui social per la decisione della Cassazione francese sugli ex Br: "Mi fa godere"

"La Cassazione francese mi fa godere". L'ultimo oltraggio dell'ex terrorista rosso

Lo schiaffo delle toghe francesi all'Italia ha fatto "godere" l'ex terrorista rosso. Alla faccia dei famigliari delle vittime degli ex Br, che da Parigi hanno ricevuto l'ennesima e dolorosa umiliazione. Il fondatore delle Brigate combattenti di Prima Linea, Enrico Galmozzi, ha gioito per la decisione della Cassazione transaplina di confermare il rifiuto all'estradizione in Italia dei 10 ex terroristi degli Anni di piombo. "Graziati" dalle toghe francesi, quei compagni non sconteranno le loro condanne definitive in Italia: per l'ideatore dell'organizzazione armata di estrema sinistra è una bella notizia.

Il proprio oltraggio a chi ha sofferto per le violenze degli ex Br, Galmozzi lo ha fatto pervenire tramite un post sui social. Apppresa la decisione dei giudici di Parigi, l'ex terrorista ha scritto su Facebook: "Quanto mi fa godere la Cassazione francese...". E il vergognoso "godimento" arriva peraltro da chi la follia criminale degli Anni di Piombo la conosce bene. Galmozzi è stato infatti condannato per gli omicidi dell'avvocato Enrico Pedenovi e del poliziotto Giuseppe Ciotta. Il primo avvocato ed esponente del Msi, ammazzato a Milano nel 1976 per vendicare la morte del militante di sinistra Gaetano Amoroso. Il secondo agente di polizia, ucciso a Torino nel 1977.

Di quelle uccisioni l'ex terrorista non si è mai pentito. "In quel tempo si sparava". E infatti anche gli stessi brigatisti per i quali Parigi ha negato l'estradizione erano stati condannati in via definitiva, e a vario titolo, per omicidi, sequestri e altri reati. In quel tempo - sull'onda dell'estremismo rosso - quei crimini erano all'ordine del giorno. La decisione arrivata dalla Francia addolora però chi quella follia l'ha subita e fa gioire chi invece l'ha perpetrata.

"Ho vissuto da pm in prima persona quegli anni drammatici e oggi il mio primo commosso pensiero non può che essere rivolto a tutte le vittime di quella sanguinosa stagione e ai loro familiari, che hanno atteso per anni, insieme all'intero Paese, una risposta dalla giustizia francese", ha commentato in una nota ministro della Giustizia Carlo Nordio, manifestando il proprio rammarico per la decisione francese.

E ora ad appellarsi al guardasigilli per quella decisione così ingiusta sono proprio i parenti delle vittime.

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