Ormai è diventata una moda. Prima il gesto plateale davanti alla commissione d’esame, poi la rivendicazione sui social e in tv. È sempre più lungo l’elenco degli studenti che hanno boicottato l’orale della maturità, l’ultimo iscritto alla lista è Pietro Marconcini. Il giovane, alunno del liceo scientifico Plinio di Roma, ha sostenuto l’esame orale il 24 giugno scorso. Ma ha voluto ad ogni costo partecipare alla campagna di sabotaggio, con una lunga lettera al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La richiesta? Abbassare il voto finale da 83 a 60, ovviamente come segno di protesta.
"Caro Ministro, mi chiamo Pietro Marconcini e sono uno studente di 19 anni che si è appena diplomato presso il Liceo Scientifico Plinio Seniore di Roma, con un voto di 83 centesimi. Ho deciso di scriverLe questa lettera a seguito di una lunga e profonda riflessione, iniziata dopo aver letto le notizie di quelle studentesse e di quegli studenti che, durante la prova orale del loro esame, hanno deciso di rimanere in silenzio in segno di protesta" le sue parole nel video diffuso in rete: "Dal mio punto di vista, la scuola pubblica dovrebbe rappresentare a pieno i valori della nostra Costituzione e, in tal senso, penso che il dialogo e il confronto ne siano alla base; non le nascondo il profondo dispiacere che ho provato nello scoprire, invece, da parte Sua, una risposta che va nella direzione opposta, annunciando una riforma che costringerebbe a ripetere l'anno chi sceglierà di rimanere in silenzio durante il colloquio orale".
Nel suo j'accuse il giovane ha affermato che "la scuola non rappresenta più quel luogo di crescita, sia sul lato dell'istruzione che per l'aspetto dell'educazione come futuri cittadini e cittadine di questo paese ma, invece, ci sembra che l'unico obiettivo del sistema scolastico sia quello di assegnarci voti in un clima, spesso e volentieri, di competizione tossica". Ed ecco quindi la richiesta a Valditara: "Per tutte le lacrime versate, per tutte le crisi nervose avute, per tutte le prese in giro, le critiche subite a causa di un sistema scolastico alienante e cieco, per tutti i sorrisi che ci sono stati sottratti, Ministro, io le chiedo di ridurre il mio voto attribuito al termine dell'esame di stato a 60/100. Non riesco a riconoscermi in questo sistema scolastico, basato sulla competizione e che mi ha impartito questa valutazione, perché nessun altro debba subire ciò che ho vissuto io, e quelli prima di me".
Insomma, un nuovo capitolo della protesta, ma con una nuova casistica, quella del pentimento post-esame. Forse perché la moda è esplosa tardi, forse un ravvedimento tardivo. Tutto legittimo. Ma attenzione. Nel caso di Pietro non parliamo di un semplice alunno. Sì, perché il diciannovenne fa politica attiva per la sinistra. Il suo profilo social non lascia grandi margini di interpretazione.
Da tre anni rappresentante d'istituto al Plinio ed è attivo anche nella Rete degli studenti medi di Roma, esponente della sinistra giovanile, il ragazzo romano partecipa alle battaglie rosse, tra antifascismo e l’immarcescibile bandiera palestinese. L’attacco a Valditara non sembra casuale, insomma. Ma non ci sorprendiamo più di niente.