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Contenuti classisti”. Repubblica si dissocia pure da se stessa

Sul treno per Foggia con i giovani "lanzichenecchi" il titolo dell’articolo firmato da Alain Elkann (padre dell’editore) che ha scatenato la rabbia del comitato di redazione

“Contenuti classisti”. Repubblica si dissocia pure da se stessa

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Repubblica si dissocia da se stessa. No, non è una supercazzola, ma è quanto avvenuto oggi a causa di un articolo firmato da Alain Elkann – padre di John, editore di Rep e presidente del presidente del gruppo Gedi. “Sul treno per Foggia con i giovani ‘lanzichenecchi’” è il titolo del reportage pubblicato sulle pagine culturali del giornale, un particolarissimo ritratto in prima persona di un viaggio sul treno Roma-Foggia. Protagonisti dei giovani un po’ chiassosi, rei di aver ascoltato musica dal cellulare e di aver parlato di ragazze. L’articolo non è stato accolto di buon grado dal comitato di redazione, intervenuto per prendere le distanze dai contenuti.

“Questa mattina la redazione ha letto con grande perplessità un racconto pubblicato sulle pagine della Cultura del nostro giornale, a firma del padre dell’editore", la nota del comitato di redazione di Repubblica riportata dal Fatto Quotidiano: "Considerata la missione storica che si è data Repubblica sin dal primo editoriale di Eugenio Scalfari, missione confermata anche ultimamente nel nuovo piano editoriale dove si parla di un giornale ‘identitario’ vicino ai diritti dei più deboli, e forti anche delle reazioni raccolte e ricevute dalle colleghe e dai colleghi, ci dissociamo dai contenuti classisti contenuti nello scritto. Per i quali - si legge ancora nel comunicato - peraltro siamo oggetto di una valanga di commenti critici sui social che dequalificano il lavoro di tutte e tutti noi, imperniato su passione, impegno e uno sforzo di umiltà”. Una presa di posizione netta, perentoria. E soprattutto un messaggio forte e chiaro ai piani alti.

Al centro del dibattito e delle ironie social, il racconto di Alain Elkann che ha messo in contrapposizione il suo vestito di lino blu (“malgrado il caldo”) e la sua camicia leggera con la t-shirt bianca e i pantaloncini corti neri dei giovani, “colpevoli” di non portare l’orologio. Ha citato i corpi pieni di tatuaggi, il dibattito sul numero di ragazze conquistate, il linguaggio privo di inibizioni, le lattine di Coca Cola gettate nei cestini della carta. Ma anche la sua sorpresa per la tratta ferroviaria, che passa dal Tirreno all’Adriatico attraversando lo stivale longitudinalmente. In chiusura, un filo di amarezza:“Nessuno mi ha salutato, forse perché non mi vedevano e io non li ho salutati perché mi avevano dato fastidio quei giovani ‘lanzichenecchi’ senza nome”.

Come anticipato, l’articolo è diventato oggetto di ilarità e il comitato di redazione di Repubblica è tutt’altro che soddisfatto.

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