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Convenzione scaduta: Spid sulla via del tramonto? Ecco cosa succede

Sono scadute lo scorso dicembre le convenzioni fra Stato e gestori. Al momento si va avanti con una proroga, ma se non saranno presi nuovi accordi il destino dello Spid pare segnato

Convenzione scaduta: Spid sulla via del tramonto? Ecco cosa succede
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Gli italiani si sono abituati all'utilizzo dello Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, ma proprio in questi giorni si sta parlando di una sua possibile abolizione. Il motivo? Il termine delle convenzioni strette dal governo con i gestori. Cosa potrebbe accadere, in futuro? Le ipotesi sono varie.

La scadenza a fine anno scorso

Si è conclusa il 31 dicembre 2022 la convenzione fra lo Stato e i gestori del servizio. Inaugurato ormai 8 anni fa, lo Spid ha impiegato un po' per diventare di uso comune ma, ad oggi, sono ben 33,5 milioni di italiani a servirsene.

Attualmente il servizio di identità digitale resta ancora attivo, ma solo perché l'Agenzia per l'Italia Digitale (Agid) è intervenuta con una proroga d'ufficio, allungando la durata degli accordi fino al 23 aprile 2023. E dopo? Se non vi saranno interventi, può anche darsi che questo genere di identità digitale venga abolito.

Serve, in sostanza, un nuovo accordo, fra governo e gestori. Al momento, tutto tace.

Cos'è lo Spid

Il Sistema Pubblico di Identità Digitale, come suggerisce il nome, è un tipo di identità digitale facilmente ottenibile, composta da una coppia di credenziali (username e password) con cui il cittadino può accedere ai servizi online della pubblica amministrazione e dei privati aderenti. Lo Spid è utilizzabile con qualsiasi dispositivo elettronico.

Per ottenerlo, è necessario rivolgersi a uno dei gestori di identità accreditati da AgID. Tali gestori sono Aruba PEC SpA, In.Te.S.A. SpA, InfoCert SpA, Lepida ScpA, Namirial SpA, Poste Italiane SpA, Register SpA, Sielte SpA e TI Trust Technologies Srl.

Spid verso l'abolizione, ora cosa succede?

Le aziende incaricate di gestire il servizio Spid ricevono circa un milione di euro all'anno dallo Stato per portare avanti il tutto. L'incrementare del lavoro, tuttavia, ha portato a un conseguente aumento dei costi, tanto, che le società hanno chiesto un incremento della cifra (si parla di 50 milioni di euro complessivi da dividere).

Ma non finisce qui. Secondo quanto riportato da Wired, Assocertificatori si è rivolto al capo della segreteria tecnica del sottosegretario all'Innovazione Alessandro Musumeci per spiegare che gli operatori intendono essere coinvolti in caso di eventuali accordi futuri fra l'agenzia e il governo. Gli operatori chiedono inoltre che vengano eliminati gli schemi concorrenti e vorrebbero che lo Spid fosse candidato per il futuro sistema europeo comune di identità digitale. Se di ciò non si dovesse parlare, è molto improbabile che il servizio vada avanti oltre giugno 2023.

Cosa accadrà in futuro

Vedremo quale sarà il futuro dello Spid.

Recentemente il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessio Butti ha suggerito di favorire la Carta di identità elettronica (Cie), ma solo nello scorso anno ci sono state più di un miliardo di autenticazioni online effettuate tramite Spid.

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