La disputa ideologica che ha reso “triste” il materasso di Michele mi ha fatto pensare al famosissimo cocktail “Cuba Libre”. Pare sia stato ideato in un bar de L’Avana durante la guerra d’indipendenza cubana quando soldati americani e cubani brindarono “Cuba Libre!” mescolando rum cubano (simbolo della cultura locale) e la Coca-Cola (simbolo dell’influenza americana). Questo cocktail acquisì poi un significato ben preciso durante la rivoluzione dei “barbudos” degli anni ’60. La sua preparazione (secondo i rivoluzionari cubani) prevedeva di versare prima la bibita gassata americana e solo successivamente il rum cubano che simbolicamente sovrastava quindi il simbolo USA e poi si concludeva con il brindisi “Cuba libre siempre!”. Ovviamente per gli yankees le tappe della preparazione erano esattamente capovolte. Ecco, Michele potrebbe fare così: dopo una discussione accesa a letto con la sua consorte su un argomento politico, chi perde... deve soccombere! E il materasso sarà decisamente più allegro! E semmai subito dopo possano brindare con il cocktail: Cin Cin!
Vincenzo Mangione
Ma gustosissimo il racconto sulla nascita del Cuba Libre del quale ignoravo praticamente... tutto. E utilissimo a Michele, credo, il suggerimento su come vivacizzare il suo materasso coniugale. Se le differenze abissali tra due persone che stanno insieme non servono almeno a produrre dell’ottimo, sfidante sesso, tanto vale mettersi col proprio clone e puntare a una vita priva di conflitti e liscia come l’olio. Nelle coppie come quella di Michele bisogna imparare a discutere civilmente e a mettere a frutto altrove e il più possibile le abissali differenze. Com’era? Sono le liti a dover rimanere pulite, le lenzuola devono essere “sporche”. Il classico esempio di conflitto produttivo e il miglior modo, da sempre, di fare pace. Tanto nelle coppie, soprattutto in posizione eretta, c’è sempre qualcuno che soccombe. L’importante è che sia a turno e che il rispetto non venga mai a mancare, neppure quando si prevarica. Paradossale ma possibile, in realtà. Lo ha spiegato benissimo l’attore Marco Giallini in quel breve monologo che faceva in “Perfetti Sconosciuti” interpretando il ruolo di Rocco: «Una cosa l’ho imparata, a disinnescare.
Non si deve trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia, perché non è debole chi cede ma saggio, e le coppie che durano sono quelle in cui uno dei partner riesce a fare un passo indietro». Ecco, Michele dovrebbe imparare a innescare per poi disinnescare.