
La montagna si sta sbriciolando. Un nuovo importante episodio di crollo roccioso ha interessato Cima Falkner, nel gruppo delle Dolomiti di Brenta, dove il distacco di una massa rocciosa ha reso necessaria l’evacuazione di un centinaio di escursionisti e la chiusura immediata di diversi sentieri e vie alpinistiche. A confermare la gravità del fenomeno è stato un sopralluogo tecnico del Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, effettuato con il supporto del Nucleo elicotteri. Gli esperti hanno rilevato fratture in evoluzione e ghiaccio all’interno delle nicchie di distacco, segni evidenti di un dissesto morfogenetico attivo. Secondo le valutazioni preliminari, il processo è verosimilmente collegato alla degradazione del permafrost, lo strato di roccia permanentemente ghiacciata che, a causa del riscaldamento climatico, perde stabilità e coesione.
Sentieri chiusi e rifugi isolati
Per motivi di sicurezza, sono stati chiusi tutti i percorsi escursionistici e le vie alpinistiche coinvolti: il sentiero Benini (n. 305), i tracciati 315, 316 e 331. Il rifugio Tuckett è ora raggiungibile esclusivamente dal sentiero che parte da Vallesinella-Casinei. I sindaci di Tre Ville e Ville d’Anaunia hanno predisposto ordinanze urgenti per interdire l’accesso alla zona dal Passo del Grostè. L’area sarà costantemente monitorata, anche con l’ausilio di droni e rilievi visivi, dal Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento e dagli specialisti del Servizio geologico.
Il racconto di Cruciani: “Un boato pazzesco”
Tra i presenti al momento del distacco c’era anche il giornalista e conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, volto noto del programma La Zanzara. Cruciani ha raccontato l’accaduto pubblicando una foto su Instagram: “Ero lì”, ha scritto. “Un boato pazzesco”. Il suo scatto, postato subito dopo l’evento, ha fatto il giro dei social, accompagnato da centinaia di commenti tra preoccupazione, ironia e incredulità.
Una montagna sempre più fragile
L’evento non è isolato. Le Dolomiti, come tutte le alte montagne, stanno diventando sempre più vulnerabili ai fenomeni di instabilità legati al riscaldamento globale. Lo scioglimento del permafrost rende meno coesa la roccia, aumentando la frequenza e l’intensità dei crolli. Secondo gli esperti, l’erosione delle vette è un processo naturale, ma negli ultimi anni il cambiamento climatico ha accelerato drasticamente la degradazione.
Eventi come quello di Cima Falkner potrebbero diventare sempre più comuni. La raccomandazione delle autorità resta una sola: evitare le zone interdette e rispettare le ordinanze.