Si allontana il lieto fine per la famiglia del bosco. Nonostante non sia vincolante, il parere negativo della tutrice e della curatrice speciale dei tre minori al ricongiungimento con i genitori potrebbe pesare sui giudici del Tribunale dei minorenni dell'Aquila che non hanno ancora sciolto la riserva dopo l'udienza di tre giorni fa in cui papà Nathan e mamma Catherine chiedevano di revocare il provvedimento di allontanamento. Troppo breve il periodo di osservazione trascorso dai bambini nella struttura protetta di Vasto - dove vivono da quando sono stati tolti alla coppia anglo-australiana che viveva con loro in un casolare isolato a Palmoli, in Abruzzo, senza luce, riscaldamento e servizi igienici - per stabilire se le criticità rilevate dall'autorità giudiziaria
minorile siano state superate. Una settimana in casa famiglia non è un tempo sufficiente per poter valutare pienamente il benessere dei minori e la capacità dei genitori di garantire la loro sicurezza e il loro equilibrio emotivo, benché sia stato rilevato che i fratellini siano in buona salute e abbiano mostrato autonomia e capacità di relazione. I bambini hanno anche un buon rapporto con la madre, che li ha seguiti nella struttura pur potendoli vedere solo in alcuni momenti della giornata. Ma non basta. Per le tutrici il periodo di osservazione in comunità deve continuare. Nathan e Catherine speravano invece di poter portare a breve i figli nella casa, adibita a B&B e dotata di tutti i comfort, che un imprenditore della zona ha messo a disposizione della famiglia in attesa che venga reso abitabile il casale nel bosco, con la costruzione di un bagno. I giudici non hanno ancora deciso, stanno studiando le relazioni degli assistenti sociali che hanno portato all'allontanamento dei bimbi e alla sospensione della potestà genitoriale. È stato soprattutto l'isolamento forzato dei fratellini, che praticavano l'unschooling e non erano liberi di frequentare i coetanei, oltre alle condizioni della casa, a dettare il provvedimento. Uno choc per i genitori, che
fino a quel momento non avevano mostrato segni di apertura e che invece adesso hanno adottato condotte più costruttive, accettando di trasferirsi momentaneamente in una casa non lontana da quella nel bosco di Palmoli, adeguata alle esigenze della famiglia, mostrandosi collaborativi pur di riavere al più presto i figli con loro. Il 16 dicembre, intanto, in Corte d'Appello civile verrà discusso il ricorso contro la sospensione della potestà genitoriale.
Per il caso della famiglia del bosco ieri a Roma, a pochi metri dalla sede del ministero della Famiglia, è stato organizzato un presidio - con cartelli, striscioni e testimonianze - di genitori che protestavano
contro gli allontanamenti dei minori dai nuclei familiari. Un'iniziativa promossa dal comitato «I figli non sono dello Stato», nato per denunciare allontanamenti ritenuti «ingiusti, senza ascolto e con modalità traumatiche».