Furti di auto di lusso dei Vip tra Forte dei Marmi e Cortina: la banda dell’Est Europa e il traffico verso Dubai

Smantellata una banda dell’Est Europa che rubava auto di lusso tra Forte dei Marmi e Cortina e le rivendeva a Dubai. Arresti, perquisizioni e sequestri per oltre 2 milioni di euro nell’operazione “Palma” dei Carabinieri

Furti di auto di lusso dei Vip tra Forte dei Marmi e Cortina: la banda dell’Est Europa e il traffico verso Dubai
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Una lunga scia di furti silenziosi, auto di lusso sparite nel nulla dalle località più esclusive d’Italia, Forte dei Marmi, Viareggio, Cortina appartenenti a Vip e facoltosi uomini d'affari. Sembrava quasi un mistero. In realtà, dietro a quei furti si muoveva una vera e propria organizzazione criminale internazionale, capace di agire con precisione chirurgica e di piazzare i veicoli rubati dall’altra parte del mondo, a Dubai, dove venivano rivenduti per cifre astronomiche. A mettere fine a questo traffico sono stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, che hanno appena concluso l’indagine “Palma”, durata mesi e culminata con un blitz internazionale. L’operazione è scattata contemporaneamente in diverse province italiane, Reggio Emilia, Parma, Cremona, e anche all’estero, in Spagna (Marbella) e in Belgio (Anversa).

Un traffico internazionale ben organizzato

Il meccanismo era tanto semplice quanto ben strutturato: una volta individuate le auto da rubare, in genere Suv e berline di fascia alta, come Range Rover, Lexus e Toyota, i criminali le geolocalizzavano. Studiavano i movimenti delle vittime, aspettavano il momento giusto e colpivano anche direttamente sotto casa. Poi le vetture venivano trasportate ad Anversa, dove venivano “ripulite” per cancellare ogni traccia, e infine spedite in container verso gli Emirati Arabi Uniti.

A Dubai, le auto ritrovavano nuova vita: venivano rivendute sul mercato illegale, generando proventi per decine di milioni di euro. Il tutto grazie a una rete composta principalmente da cittadini dell’Est Europa, moldavi, russi, romeni e ucraini, che avevano costruito un sistema rodato e altamente efficiente.

La retata e i sequestri

L’operazione, scattata il 7 ottobre 2025, ha portato all’arresto di 9 persone (6 in carcere, 3 ai domiciliari), mentre in totale sono 24 gli indagati, di cui 14 colpiti da misure cautelari. I carabinieri hanno effettuato 16 perquisizioni, trovando non solo auto rubate, ma anche apparecchiature sofisticate per decodificare le chiavi, computer, telefoni, 40.000 euro in contanti e addirittura criptovalute per circa 146.000 euro, conservate su un exchange riconducibile a uno degli indagati. Il valore dei beni sequestrati ammonta a oltre 2 milioni di euro.

Lusso, crimine e tecnologia

Quella smantellata dai carabinieri non era una banda improvvisata: era una vera e propria rete criminale internazionale, capace di muoversi tra Italia, Belgio, Spagna e Medio Oriente. Un'organizzazione che, partendo dalle località più glamour del nostro Paese, trasformava il furto in un business ad altissima resa economica, sfruttando anche strumenti tecnologici avanzati e canali internazionali per la rivendita.

Oggi l’indagine “Palma” ha inferto un colpo decisivo a questo meccanismo, ma il lavoro

degli investigatori non si ferma: si cercano ora eventuali complici, connessioni con altri gruppi e ulteriori elementi per completare il quadro di un’attività criminale tanto redditizia quanto inquietante.

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