
Le polemiche sull’introduzione o meno dell’educazione sessuale nelle scuole non intendono placarsi. A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato anche il cantante Roberto Vecchioni che, invece che abbracciare un’opinione moderata, ha deciso di scagliarsi contro le famiglie e la loro educazione privata. “I genitori devono starsene a casa loro, tanto per cominciare, e star zitti”, ha commentato con tono polemico Roberto Vecchioni intervenendo durante l’ultima puntata di In Altre Parole su La7.
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha annunciato un disegno di legge intitolato “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”. Il ddl prevede la richiesta del consenso alle famiglie per lo svolgimento di “attività scolastiche che riguardano l’ambito della sessualità”. Da qui la riposta piccata del cantautore. “I genitori devono starsene a casa loro e zitti. Per storia o filosofia non serve l’autorizzazione, perché dovrebbe servire per l’educazione sessuale?”, ha commentato Vecchioni andando a ridimensionare il ruolo della famiglia che, stando al suo ragionamento, non dovrebbe esistere in alcun modo.
“Parlare di educazione sessuale ha due poli: educazione sessuale anatomica, e qui va benissimo che la insegni chiunque. E invece, se si parla di educazione sessuale all’atto, al mettersi insieme, qua la cosa è molto diversa, perché dipende chi va a insegnarlo”. E, polemizzando, ha attaccato in generale il centrodestra di governo: “Secondo me, sarà un sospetto, non andranno molti laici a insegnarlo. Ci saranno molti cattolici e anche molti di destra a insegnare, secondo chissà chi, il modo di mettersi insieme”.
“Nel mio concetto, il modo di mettersi insieme presuppone ragione e sentimento; uguaglianza perfetta tra due persone; un volere di tutti e due; non far male a nessuno; sentirsi attratti l’uno dall’altro e coscienti in quel momento di quello che si sta facendo. Perché l’amore è felicità”, ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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