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Addio alla bustina di zucchero: la proposta della Ue preoccupa le aziende

La proposta della Commissione europea: via bustine, tubetti e contenitori da bar, hotel e ristoranti. Le reazioni

Addio alla bustina di zucchero: la proposta della Ue preoccupa le aziende

Molto presto, a patto che non vi siano inversioni di rotta, potremmo non vedere più le bustine di zucchero in bar, ristoranti e altre strutture ricettive. Il motivo è la proposta di regolamento sugli imballaggi presentata quest'oggi dalla Commissione europea, che prevede l'abolizione di imballaggi monouso in tutti quei settori che rientrano nell'Horeca, ossia hotellerie-restaurant-café.

Addio alla bustina dello zucchero

Tutto rientra in quel programma di tutela dell'ambiente a cui ha deciso di aderire l'Unione europea. Se dovesse realizzarsi quanto auspicato dalla commisione, spariranno bustine, tubetti, scatole e scatoline che contengono zucchero, salse e altri condimenti. Per quanto riguarda lo zucchero, si tornerà, probabilmente, alle tradizionali zuccheriere.

Con le bustine messe al bando, dunque, si chiuderà un capitolo della nostra storia, cominciata all'inizio del secolo scorso. Alcuni fanno risalire l'invenzione della bustina di zucchero al 1862, a Philadelphia. Altri, invece, attribuiscono la paternità a due parigini, Loic de Combourg e Francois de la Tourrasse, che inventarono la 'sucre-pochette' nel 1908. A contendersi il primato per l'invenzione della bustina, anche il newyorkese Benjamin Eisenstadt, classe 1906. Secondo certe versioni, fu lui a proporre l'idea ad alcuni grandi produttori di zucchero, che si impossessarono della creazione senza riconoscere nulla a Eisenstadt.

Presto questo piccolo pezzetto di storia potrebbe non esserci più.

Le reazioni delle industrie di imballaggio

La proposta della Commissione europea non è stata accolta con entusiasmo da tutti. Pur ribadendo la propria adesione al Green Deal, l'azienda Europen ha espresso forti perplessità nei confronti della notizia. "Il raggiungimento dell'obiettivo di riciclabilità del 2030 richiede sforzi concreti e collettivi, tra cui la raccolta obbligatoria e investimenti significativi nelle infrastrutture di selezione e riciclaggio", ha dichiarato la rappresentante Francesca Stevens, come riportato da Radiocor. "Ignorare le funzionalità del packaging per proteggere alimenti e prodotti e prevenire gli sprechi, o imporre restrizioni e divieti arbitrari, non può essere la via da seguire", ha aggiunto.

La proposta della commissione, secondo Europen, può essere definita come un lavoro incompiuto, dal momento che "c'è il mancato riconoscimento del fatto che la riciclabilità o la riutilizzabilità degli imballaggi da sola non sarà sufficiente, se non supportata da un sistema in grado di innescare investimenti nelle infrastrutture di riciclaggio e riutilizzo in tutta Europa".

La preoccupazione di Coldiretti

Poco convinta anche Coldiretti, che vede con preoccupazione questo intervento europeo sugli imballaggi. La proposta, seppur condivisibile, "avrà effetti opposti e negativi sulla filiera produttiva europea e sui consumatori", fanno sapere dall'associazione.

"Si tratta di norme che non premiano la filiera del packaging italiano e quelle aziende che in particolare hanno investito nei materiali tecnologicamente avanzati sostenibili e riciclabili", ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, come riportato da Agi.

"L'effetto negativo sui costi di produzione dell'intera filiera agroalimentare rischia di riflettersi sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica", ha concluso.

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