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"L'Apollo con scudo" è un falso: cosa è successo al Tiepolo

Si tratta di uno "spolvero d'affresco" di 50x60 centimetri utilizzato in qualità di lavoro preparatorio per la realizzazione di un affresco, tecnica pittorica per la quale l'artista è considerato un maestro

"L'Apollo con scudo" è un falso: cosa è successo al Tiepolo
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La scorsa estate il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Venezia ha dato esecuzione, su ordine della Procura della Repubblica di Treviso, a una serie di perquisizioni, tutte legate alla messa in vendita di un dipinto attribuito a Giambattista Tiepolo ritenuto falso e di conseguenza sottoposto a sequestro. Gli accertamenti successivi effettuati dalla polizia e anche le approfondite indagini tecniche condotte dai finanzieri hanno consentito di raccogliere importanti elementi a conferma dell'avvenuta contraffazione.

L'avvio delle indagini

L'indagine che è stata avviata ha origine da una attività di iniziativa condotta dalle Fiamme Gialle lagunari, dedicata al controllo economico-finanziario del mercato dell'arte, effettuata mediante la verifica degli obblighi antiriciclaggio e di quelli fiscali da parte di gallerie d'arte, case d'asta e di quelle on-line, destinatarie dei citati obblighi a partire dal 2017 in attuazione di specifiche Direttive Europee. Da parte dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Venezia è stata posta attenzione, nell'ambito dell'attività di analisi, sull'opera d'arte attribuita al celebre artista, uno dei pittori più importanti del Settecento Veneziano, che era stata messa in vendita tramite una Casa d'Aste piemontese.

Il dipinto in questione circolava nel mercato dell'arte da più di tre anni ed era passato più volte di mano in mano da antiquari, galleristi, restauratori, collezioni private fino al giorno in cui è stato fatto emergere sul mercato ufficiale per mezzo di una casa d'aste. "L'Apollo con lo scudo", questo il nome dell'opera ritenuta contraffatta, è uno 'spolvero d'affresco' cm 50x60 utilizzato in qualità di lavoro preparatorio per la realizzazione di un affresco, tecnica pittorica per la quale l'artista è considerato un maestro.

L'elemento che ha insospettito i finanzieri

Ciò che ha maggiormente insospettito i finanzieri è stata la presenza di più accrediti di autenticità rilasciati, sotto forma di relazioni peritali, da esperti d'arte deceduti. Per esperienza investigativa, queste certificazioni vengono spesso usate da falsari e trafficanti d'arte per autenticare dipinti di pregio o comunque per nasconderne la provenienza illecita. Sono stati quindi fatti i doverosi accertamenti preliminari, l'opera è stata posta in visione a storici d'arte studiosi del Tiepolo, e le copie delle certificazioni sono state fatte vedere agli eredi di coloro che le avevano sottoscritte. Grazie a questo lavoro è stato possibile rafforzare i sospetti di falsità sia del quadro, che le analisi al carbonio hanno datato essere posteriore al 1950, sia delle relative certificazioni di autenticità.

Gli indagati

Una volta concluse le indagini, sono state indagate due persone, entrambe residenti a Treviso, ovvero il presunto autore del falso e colui che lo avrebbe messo in vendita.

Sono loro i destinatari dei citati decreti di perquisizioni locali, durante i quali è stato rinvenuto del materiale usato per la contraffazione dell'opera d'arte e anche dei relativi certificati, così come risultato palese all'esito di attenti esami eseguiti dal Laboratorio Tecnico Scientifico del Comando Generale della Guardia di Finanza, specializzato proprio nell'eseguire gli accertamenti tecnici finalizzati alla scoperta del "falso documentale" tramite la verifica di autenticità, alterazione e/o contraffazione di documenti.

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