"Ha paura, mi espone allo squadrismo". Ancora deliri di Saviano contro la Meloni

Il premier ribadisce di non voler ritirare la querela nei confronti dello scrittore antimafia e lui si infuria. "A processo non ci sono io ma uno dei pilastri della democrazia"

"Ha paura, mi espone allo squadrismo". Ancora deliri di Saviano contro la Meloni

Giorgia Meloni non ritirerà la querela a Roberto Saviano. Lui non l'ha presa benissimo, ovvio, ed è tornato all'attacco. Dopo che il premier aveva ribadito la volontà di proseguire la propria azione legale contro lo scrittore (portato in tribunale per alcune sue parole pronunciate in tv), quest'ultimo è tornato a farsi sentire sui social con un lungo video dai toni battaglieri. "Meloni ha deciso di querelarmi ma poi si sottrae al processo, mi querela ma non accetta il confronto nella stessa sede in cui lei lo ha portato. Meloni ha detto che l'ho accusata di essere responsabile della morte di un bambino. Falso", ha attaccato il saggista antimafia, a gamba tesa sulla vicenda che ora è passata al vaglio dei giudici.

Caso Saviano, Meloni tira dritto

"L'ho querelato, non da presidente del Consiglio, ma da presidente dell'unico partito di opposizione. Non si trattava di critica. Ripetutamente mi ha dato della 'bastarda' affibbiandomi la responsabilità della morte di un bambino in mare, quando ero all'opposizione e neanche lontanamente potevo avere responsabilità. Io non politicizzo, lui sta cercando di farlo", aveva spiegato sabato scorso (17 dicembre) Giorgia Meloni, tornando sulla vicenda nel corso del proprio intervento alla festa di Fratelli d'Italia. A quelle parole Saviano ha replicato a distanza.

"A processo non io, ma il diritto di critica"

"Meloni ha paura di questo processo perché sul banco degli imputati non ci sono io. Ma attraverso me c'è il diritto di criticare aspramente il potere, che è uno dei pilastri della democrazia", ha tuonato lo scrittore, proponendo una narrazione non troppo convincente. Fino a prova contraria, infatti, Saviano non rappresenta la libertà di critica in toto, ma se stesso. Come accade a tutti i cittadini chiamati a rispondere di un'accusa in tribunale. Peraltro, a differenza di altri italiani meno famosi di lui, il saggista ha più volte avuto modo di argomentare le proprie legittime ragioni anche in tv, mantenendo alta l'attenzione mediatica sulla vicenda. L'amico e giornalista Corrado Formigli, nei giorni scorsi, si era anche detto pronto a testimoniare in suo favore davanti ai giudici.

L'attacco di Saviano

"Io sono sotto processo per aver stigmatizzato le parole di odio e disumane che da anni la premier pronuncia, contro ong e migranti, volendo dire che l'emergenza migranti non è emergenza invasione, ma è emergenza umanitaria, volendo dire e ribadire che non esistono blocchi navali praticabili, e che chi salva vite in mare non può essere arrestato per puro piacere di una donna, che si presenta come un underdog, una sfavorita, ma in realtà è in Parlamento, ai vertici delle istituzioni da vent'anni", ha affermato ancora lo scrittore, ribadendo che Meloni avrebbe "paura" di andare in tribunale. Questo - ha aggiunto - "è il motivo per cui continua a fare processi in piazza, perché la sua propaganda può esistere solo se ha certezza di non avere sanzioni, solo se può avvenire in assenza di giuramento di veridicità. Non sarebbe così se venisse a raccontare le sue fandonie in tribunale".

Nel corso del video pubblicato su social, il saggista campano aveva attaccato il premier anche così: "Dal palco aizza la sua piazza contro di me, mi mette alla berlina, mi espone all'odio dei suoi sostenitori, allo squadrismo tipico della sua storia politica. Meloni ridicolizza me e le ragioni della mia critica politica. Questo è un comportamento disonorevole, si cui la nostra storia reca tracce evidenti, ferite profondissime".

Saviano ha inoltre descritto la Meloni come "schiacciata tra una via istituzionale, che presupporrebbe il ritiro della querela e di smettere di esporre un privato cittadino all'odio e alla gogna della sua piazza, e le pressioni di chi le chiede di avere una continuità identitaria". La diretta interessata però ha deciso: la vicenda giudiziaria dovrà andare fino in fondo.

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