Vaticano

"Intransigente". E adesso i preti progressisti rinnegano Ratzinger

Benedetto XVI "era un intellettuale incapace di relazionarsi con la gente", sostiene padre Zanotelli. "Io più vicino a Bergoglio", aggiunge don Mazzi. Così i don di strada dimenticano l'eredità di Ratzinger

"Intransigente". E adesso i preti progressisti rinnegano Ratzinger

Come tutti i grandi, Benedetto XVI ha corso il rischio di non essere compreso pienamente. Del resto, spiegava lui stesso, il vero cristiano "non deve conformarsi" al mondo, né cercare facili consensi. Gigante della fede e della ragione, ha dato tantissimo alla Chiesa senza pretendere applausi. Ora, mentre migliaia di fedeli hanno raggiunto la basilica di San Pietro per tributargli l'ultimo saluto, colpisce però il fatto che a sminuire la statura del Papa emerito siano proprio alcuni sacerdoti di strada dalla sensibilità progressista. Quelli che dovrebbero essere più in sintonia con la gente comune.

"Era incapace di relazionarsi"

Invece, anche a fronte di un grande e commosso cordoglio di popolo, certi don sembrano ancora oggi poco convinti della statuaria testimonianza offerta da Joseph Ratzinger. Basta leggere, ad esempio, il giudizio espresso sul grande Papa da padre Alex Zanotelli. "Era un intellettuale ed è rimasto tale fino alla fine, sempre. Ho parlato con tanti preti tedeschi che mi hanno confidato la sua incapacità a relazionarsi con la gente", ha affermato il comboniano, secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano. Eppure, proprio in queste ore, si moltiplicano le testimonianze di chi aveva conosciuto Benedetto XVI e ne aveva apprezzato proprio la semplicità e la mitezza dei modi. Peraltro, quelle qualità devono essere state colte anche dai tantissimi fedeli che magari non avevano mai incontrato il Papa emerito e ora, tuttavia, non hanno voluto far mancare la loro presenza riconoscente in Vaticano.

L'intransigenza dottrinale

Secondo padre Zanotelli, che di recente aveva preso parte a un digiuno contro il "suprematismo bianco" del governo Meloni, Ratzinger avrebbe "fatto soffrire tanti teologi" a motivo della sua intransigenza dottrinale. Ma non è compito di un buon Papa difendere e custodire la fede? Anche su questo fronte, probilmente, Benedetto XVI ebbe meriti che non gli furono riconosciuti a sufficienza. L'unico elogio concesso da Zanotelli al Papa emerito riguarda invece le sue dimissioni. "È stato coerente non solo perché non ce la faceva più, ma perché per la prima volta dopo centinaia di anni un Papa si faceva da parte. Non è stato un passaggio facile per lui", ha riconosciuto il comboniano.

Le parole di don Mazzi

Anche don Antonio Mazzi ha espresso opinioni di eguale tenore. Ratzinger - ha affermato il sacerdote veronese - "è stato una figura affascinante per i teologi, per i biblisti, ma mi sento più vicino a Francesco che ho incontrato la scorsa settimana". Pur non volendo essere critico nei sui confronti, annota il Fatto, il fondatore di Exodus ha definito Benedetto XVI "molto tedesco, molto teologico, oserei dire dall'altra parte rispetto all'attuale pastore della Chiesa". Pure don Mazzi, poi, ha voluto dire la sua sul passo indietro di Ratzinger. "Un'azione straordinaria, una scelta molto meditata e conoscendo la storia della Chiesa non ha fatto di testa sua, ma ha preso la decisione migliore", ha commentato.

L'eredità dimenticata di Ratzinger

E le altissime vette spirituali raggiunge dal compianto Santo Padre? La sua capacità di parlare a tutti con un linguaggio semplice ma mai approssimativo? Le profetiche considerazioni sull'Occidente, sui valori non negoziabili e sul rapporto tra fede e ragione? Il suo ruolo di padre anche nel nascondimento e il commovente testamento spirituale? Nel ricordo dei preti di strada non se ne fa menzione.

Un vero peccato.

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