Gentile Direttore Feltri,
non si può più negare che i femminicidi siano una vera e propria emergenza in Italia. Ogni giorno ne avviene uno. Ora, io non so se sia colpa del patriarcato, come dicono a sinistra, ma da qualcosa dipende questo aumento. Lei cosa ne pensa? Forse davvero ai ragazzi farebbe bene un po' di educazione sentimentale e sessuale.
Giampiero Villa
Caro Giampiero,
noto che anche tu sei rimasto intrappolato nella favola nera secondo cui in Italia ci sarebbe una strage quotidiana di donne, come se vivessimo in un Paese infestato da maschi indemoniati pronti a sgozzare qualunque femmina respiri. Consentimi di essere schietto: questa narrazione è falsa, e lo dimostrano i numeri, non le emozioni, non gli slogan, non le campagne ideologiche. I dati, peraltro forniti proprio dall'osservatorio di «Non una di meno», dicono una cosa chiarissima: i femminicidi non stanno aumentando, stanno diminuendo. Nel 2022 furono 120. Nel 2023 scesero sotto quella soglia. Nel 2024, sempre secondo i collettivi femministi, furono 99. Nel 2025, a oggi, i casi sono 77. Mancano poche settimane alla fine dell'anno, e servirebbero oltre venti nuovi omicidi per raggiungere la cifra dello scorso anno. Non accadrà. E ovviamente ce lo auguriamo, perché siamo tutti turbati da certe cronache.
Dunque, se vogliamo parlare seriamente, bisogna ammettere che il trend è in calo, non in crescita. Allora domandiamoci: dov'è questa esplosione dei casi? E soprattutto, come può essere colpa del patriarcato che non esiste? Tale banalizzazione del fenomeno mi lascia perplesso. E qui arriviamo alla seconda fandonia: l'idea che la violenza maschile sia figlia del governo, per giunta di un governo fascista solo nella fantasia dei militanti.
Scusami, ma c'è un limite al ridicolo: davvero qualcuno pensa che il fatto che abbiamo un esecutivo di centrodestra autorizzi gli uomini a massacrare le donne? O che una premier donna, Giorgia Meloni, sia la regista occulta della violenza di genere, tanto che le femministe studiano slogan indecenti quali meno femminicidi e più melonicidi? Cosa diavolo c'entra Meloni con il femminicidio? Siamo alla comicità involontaria.
Il governo, al contrario, ha inasprito pene, accelerato le misure di protezione, approvato norme che altri, che pur si definiscono femministi, per decenni, non hanno varato. Ma si sa: quando la sinistra perde le elezioni, invece di fare autocritica cerca un mostro immaginario da accusare. Poi mi parli di educazione sentimentale. Guarda, io a scuola non ho imparato nulla né di sentimentale né di sessuale, e non mi pare di essere diventato un pericolo pubblico, uno stupratore, un molestatore, un femminicida. La scuola formi sulle materie, per cortesia.
Alla crescita emotiva provvedano le famiglie, le esperienze, la vita. L'idea che la violenza si combatta con una lezione di gestione delle emozioni è una trovata da pedagogisti annoiati. Vogliamo parlare seriamente di emergenze? Allora guardiamo dove i numeri esplodono davvero: stupri, violenze sessuali, aggressioni nelle strade e nei parchi, spesso, quasi la metà, commesse da immigrati maschi, che rappresentano il 4,5% della popolazione ma sono responsabili di ben oltre il 40% dei reati sessuali. Questo è un dato. Questo è un problema reale. Solo che non fa comodo dirlo, perché fa saltare la narrazione del buonismo obbligatorio e del maschio nostrano criminale e pericoloso. Quindi le femministe restano mute. Guai ad accendere un faro sui delitti realizzati dagli stranieri.
E se un patriarcato ancora vige in Italia, esso è di certo islamico, è quello dove le bambine vengono sposate, infibulate, segregate, ritirate da scuola e controllate dai fratelli come bestiame. Ma anche di quello nessuno parla, perché è più facile dare la colpa ai maschi italiani, che nel frattempo lavorano, pagano le tasse e crescono le famiglie. In conclusione, caro Giampiero, la violenza non ha genere e attribuirla a un sesso, a una cultura inesistente o, peggio, a un governo o ad una maggioranza politica, è un insulto all'intelligenza. Ogni assassino risponde del proprio crimine e sul banco degli imputati non deve finirci l'intero genere maschile. La responsabilità penale è individuale, non collettiva.
Il resto è propaganda, adoperata alla stregua di una clava da una opposizione ormai alla canna del gas, poiché priva di identità, contenuti e credibilità, una opposizione che ha vinto in Puglia e in Campania solo
perché non avrebbe potuto non vincere in territori che sono feudi rossi. Al di là di quelle frontiere regionali, la sinistra in Italia risulta non pervenuta. Si vede che urlare all'allarme patriarcato bianco non è utile.