Non ci imporranno il Ramadan delle idee, né la sharia dell'informazione. Impugnate questo Giornale come un'arma di libertà. È l'ultimo numero dell'anno, domani non saremo in edicola. Ma non vi preoccupate, non hanno vinto loro. I signori del bavaglio. Quelli che predicano bene e poi vorrebbero tapparci la bocca. Al Giornale che ha svelato il piano dell'islamismo radicale in Italia, i suoi protagonisti, le trame di Mohammad Hannoun e dei suoi accoliti, le aderenze con Hamas e i legami grigi con la sinistra. La stessa che tace da mesi e adesso, imbarazzata per le pessime compagnie che frequenta, attacca noi che le abbiamo denunciate anziché scusarsi con gli italiani. Noi che combattiamo l'antisemitismo che torna, i flussi di soldi che - con la scusa dei bimbi di Gaza - finanziano i terroristi in Medio Oriente e la loro jihad globale.
In edicola torneremo il 2 gennaio 2026, salutando con voi l'anno che ci separa dalla grande sfida elettorale. L'anno in cui la sinistra ci dovrà spiegare da che parte sta.
Perché questa voglia di censura sembra dirci che su molte cose avevamo ragione noi e lo dimostrano anche le migliaia di firme che in poche ore sono già arrivate al Giornale, le firme che ci dicono che l'Italia ha voglia di libertà, di verità e non crede più alla retorica dei migliori, che poi si rivelano a pensar bene fessi, ma a pensar male complici dell'odio.