
"Se mia sorella Alessia non mi avesse portata in ospedale con la forza, oggi non sarei qui". È ancora scossa, ma profondamente grata, Gaia Vitiello, 24 anni, studentessa di Lingue all’Università Federico II di Napoli. La giovane, originaria del capoluogo campano, è tra le undici persone rimaste intossicate dal botulino dopo aver mangiato in un food truck a Diamante, in provincia di Cosenza. Il panino "incriminato" lo aveva preso nel cuore della notte, come tante altre volte. Ma questa volta aveva deciso di aggiungere un ingrediente in più: i broccoli.
Un gesto semplice, che si è trasformato in un incubo
"Erano le 4.30 del mattino del 5 agosto – racconta Gaia al Corriere – eravamo appena usciti dalla discoteca e ci siamo fermati da “Peppino”, il nostro solito chiosco. I miei amici hanno preso il solito: salsiccia, patatine e maionese. Io, per la prima volta, ho voluto aggiungere i broccoli". Nel giro di un’ora, Gaia ha cominciato a sentirsi male. "Ho avuto la diarrea e pensavo fosse solo un’indigestione", spiega. Ma il giorno seguente i sintomi si sono aggravati: tremori, debolezza e una sensazione di costrizione alla gola. "Non riuscivo più a deglutire. È stato terrificante".
La corsa contro il tempo
Accompagnata dalla sorella Alessia, Gaia si è recata inizialmente alla clinica “Tirrenia” di Belvedere Marittimo. "I medici, capito il rischio, ci hanno subito mandati all’ospedale di Cosenza. Lì mi hanno ricoverata d’urgenza in Rianimazione". Determinante l’intervento dei medici dell’Annunziata, guidati dal primario Andrea Bruni. In pochi minuti Gaia è stata sottoposta alla somministrazione dell'antitossina antibotulinica, fatta arrivare dalla farmacia militare di Taranto. "Sono stati eccezionali. Hanno capito subito la gravità della situazione. Se sono viva, è merito loro e di mia sorella", dice commossa.
Gaia è tra i casi più gravi, ma fortunatamente ora sta meglio. Dopo giorni in terapia intensiva, è pronta per essere trasferita nel reparto di Medicina. Al momento, il bollettino medico parla di 11 persone ricoverate: tre in terapia intensiva, tre in pediatria e cinque nei reparti ordinari.
Il caso e le conseguenze
La vicenda ha avuto un’eco nazionale. L’International Street Food Festival, di cui il food truck faceva parte, ha annullato tutte le tappe previste in Calabria. I Nas dei Carabinieri hanno intensificato i controlli su scala nazionale, e le autorità sanitarie stanno cercando di ricostruire l’origine della contaminazione.
Il futuro dopo la paura
Ora Gaia pensa al futuro. "Non vedo l’ora di abbracciare mia nonna Giovanna. Poi andrò al mare e sfiderò i miei amici a carte". Nonostante tutto, l’amore per Diamante resta intatto: "Ci torno sicuramente. È un posto sul mare bellissimo, ci vengo con la mia famiglia da anni.
Questo incidente non cancella tutto il bene che provo per questo luogo". Un racconto a lieto fine, ma che resta un forte campanello d’allarme su sicurezza alimentare e controlli nei contesti di ristorazione ambulante.