Le partenze dal Nordafrica si sono ridotte, ma non si sono fermate. Tantissimi migranti ora preferiscono intraprendere le rotte atlantiche o, in alternativa, provare le rotte del Mediterraneo occidentale per raggiungere la Spagna. Qualunque sia la rotta, il pericolo è comunque in agguato. Le organizzazioni lo sanno molto bene e sanno anche che se un loro convoglio dovesse naufragare rischiano di perdere parte dei loro guadagni. I gruppi in cui da tempo siamo infiltrati sono una fonte di informazioni molto preziosa per capire come funzionano le organizzazioni dedite al traffico di uomini e proprio in uno di questi, in cui sono radunati decine di migliaia di cittadini africani pronti a prendere il mare per raggiungere l'Europa abbiamo trovato un vademecum che fornisce informazioni sull'equipaggiamento base per compiere la traversata.
Prima di tutto, viene suggerito di scaricare un'applicazione offline che fornisce le mappe e la rotta durante la navigazione. L'esigenza di utilizzare un'app offline nasce sia dalla mancanza di ripetitori durante la navigazione, che potrebbero impedire l'uso di mappe standard online, sia alla necessità degli scafisti di essere invisibili. Le pattuglie delle Guardie costiere nordafricane, infatti, hanno in dotazione strumentazioni sempre più moderne ed efficaci per intercettare le comunicazioni Gps e individuare in questo modo, con precisione, l'imbarcazione da cui provengono. Per tale ragione su questi barchini viene imposto il silenzio radio, che coinvolge anche gli smartphone dei migranti, che devono essere spenti e posti in modalità aereo nel momento della partenza.
Per la stessa ragione, nel vademecum che abbiamo trovato viene suggerito agli scafisti di non effettuare rotte rettilinee lungo lo spazio che separa l'Africa dall'Italia, quindi di non andare da un punto A a un punto B senza effettuare qualche manovra diversiva. La logica è che pur allungando i tempi della traversata, quindi il rischio di incidente, si riduce il pericolo di intercettazione. In ogni caso, a bordo ci sarà sempre un device elettronico che aiuta nella rotta e questo ha necessità di essere costantemente carico per essere funzionale. Per questa ragione viene suggerito di avere a bordo una powerbank per la ricarica. Potrebbero essere necessari diversi giorni di navigazione per essere recuperati o arrivare a destinazione e gli smartphone non hanno un'autonomia così elevata. Per questo motivo, si legge ancora nel vademecum, "sono necessarie almeno 10 taniche di benzina per 100 km e dipende dalla capacità del motore, da 40 o 50 cavalli".
Infine, oltre a suggerire di non posizionare la bussola magnetica nei pressi di elementi di metallo, che potrebbero far perdere l'orientamento, viene data indicazione di avere a bordo razzi di segnalazione e anche uno specchio.
Quest'ultimo consiglio è la dimostrazione che chi organizza e prepara i migranti alla partenza è molto più esperto e scaltro di quanto non si voglia far credere. E suggerisce anche una domanda: le Ong non hanno mai segnalato interventi effettuati a seguito di avvistamento di razzi o luce riflettente. È una nuova precauzione o è sempre stato omesso questo dettaglio?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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