Ci sono parole che attraversano i decenni e rimangono incise nella memoria di un Paese. Tra queste, la Preghiera del Carabiniere Virgo Fidelis è forse una delle più nobili: un inno alla fedeltà, al sacrificio, alla dedizione silenziosa e quotidiana che l’Arma dei Carabinieri offre alla nazione italiana.
L’Arma non è soltanto un’istituzione: è un pilastro della vita civile, la più antica tra le forze dell’ordine italiane, quella più vicina alle comunità, presente in quasi ogni comune del Paese, a volte in piccole stazioni che rappresentano l’unico presidio di legalità nel territorio. È lì, accanto ai cittadini, dove c’è bisogno di ascolto, sicurezza, coraggio.
L’Arma dei Carabinieri è un’istituzione storica da cui riceviamo ogni giorno più di quanto riusciamo a vedere. Essere carabiniere non significa solo indossare una divisa. Significa accettare una missione. Significa rispondere “presente” quando altri si voltano dall’altra parte.
Significa essere quell’unico punto fermo per chi ha bisogno, di giorno come di notte. D’estate come d’inverno. Al caldo come al gelo. Loro ci sono sempre. Presenti! Ogni giorno il carabiniere entra nelle case, cammina nelle strade, protegge i cittadini, interviene nelle emergenze, si espone al pericolo. E lo fa con una discrezione che è tratto distintivo dell’Arma: non cercano visibilità, cercano giustizia e di sostenere chi ne ha più bisogno.
È per questo che dobbiamo ricordarlo, riconoscerlo, esserne grati, sempre. La devozione alla Virgo Fidelis, la Madonna patrona dei Carabinieri, è un legame profondo, simbolico, che attraversa i cuori di generazioni di donne e di uomini dell’Arma. Maria, “Vergine Fedele”, è invocata come guida, protezione, conforto. E oggi più che mai, in un tempo complesso per la sicurezza e la coesione sociale, la preghiera si estende: a chi ogni giorno indossa la divisa con onore. A chi corre verso il pericolo quando tutti gli altri si allontanano. A chi serve lo Stato con fedeltà, silenzio e sacrificio.
Che la Madonna dei Carabinieri protegga ogni carabiniere e ogni famiglia che porta nel cuore il peso e l’orgoglio di questa missione. Non esiste carabiniere senza una famiglia che lo sostiene. Senza una moglie o un marito che attende in silenzio un rientro che non è mai scontato. Senza figli che crescono con l’esempio del coraggio e del senso del dovere e nel rispetto dello Stato. Senza genitori che hanno trasmesso valori di onestà, rettitudine, impegno. A loro, ai familiari di ogni carabiniere, deve andare la nostra gratitudine speciale.
Perché condividono una vita fatta di turni, sacrifici, assenze, notti in cui l’attesa pesa più della stanchezza. E devono sentirsi orgogliosi: al loro fianco c’è qualcuno che ogni giorno rischia la vita per difendere la nostra libertà e la serenità dei cittadini perbene. Oggi, davanti alla Preghiera del Carabiniere, davanti alla Virgo Fidelis che veglia dall’alto, possiamo e dobbiamo dire grazie.
Non un grazie formale, ma un grazie di cuore, autentico, profondo: grazie a chi non si tira mai indietro. Grazie a chi mette la comunità davanti a sé stesso. Grazie a chi difende le istituzioni con onore. Grazie a chi ci protegge senza chiedere nulla in cambio. Grazie a chi con il caldo arido dell’estate e il gelo dell’inverno risponde sempre presente quando un cittadino è in difficoltà.
L’Arma è una parte viva della nostra democrazia, un simbolo della nostra identità, un presidio che dà forma concreta alla parola “Stato”. A ogni carabiniere, a ogni donna e uomo dell’Arma, e a ogni loro familiare, va oggi il ringraziamento più sincero.
Grazie di vero cuore per ciò che fate, per ciò che avete fatto, per ciò che continuerete a fare per l’Italia. E per ciò che siete. Grazie di vero cuore, io come milioni di italiani sono profondamente orgoglioso di tutti voi.