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"Maladaptive daydreaming" ecco perché è pericoloso

Immergersi nei propri pensieri senza riuscire a uscirne può portare a un distaccamento pressoché totale dalla realtà

"Maladaptive daydreaming" ecco perché è pericoloso

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Chi non ha mai dedicato del tempo a fantasticare e a sognare a occhi aperti per qualche minuto durante la giornata? Di certo si tratta di una pratica molto diffusa tra gli esseri umani di ogni latitudine ed estrazione culturale, eppure ci sono dei casi estremi in cui si rimane in qualche modo "intrappolati" dentro questo mondo di fantasia perdendo pericolosamente il contatto con la realtà quotidiana.

Di cosa si tratta

Quando si verifica una situazione del genere si parla di "maladaptive daydreaming", patologia ancora poco studiata che crea a chi ne è affetto delle enormi difficoltà a svolgere le sue normali mansioni. Questo genere di disturbo pisologico, in cui la pratica del sognare a occhi aperti si amplifica all'ennesima potenza, non ha ancora ricevuto un riconoscimento ufficiale neppure dal Dsm, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, e non è quindi ancora stato studiato in modo appropriato. Essendo poche le diagnosi riconosciute e accertate, e scarna la bibliografia a riguardo, può capitare che il "maladaptive daydreaming" possa essere confuso con altri disturbi. Il primo a teorizzarlo e a coniare il suo nome è stato lo psicologo israeliano dell’Università di Haifa Eli Somer.

L'intuizione nacque dall'analisi della condizione di sei pazienti in cui fu individuata una"eccessiva attività di fantasia che sostituisce le interazioni umane e/o interferisce con l’attività accademica, interprersonale o professionale". Ma non si trattava solo di sognare un po' troppo, bensì di rimanere praticamente intrappolati in un mondo di fantasia totalmente distaccato dalla realtà con una trama delineata, in cui il paziente e coloro che lo circondano interpretano dei ruoli ben precisi. Mondo che non scompare il giorno dopo, ma che anzi viene rinnnovato quotidianamente dallo stesso attore principale, che vi si tuffa a capofitto con tutte le sue energie mentali.

Spesso e volentieri il "maladaptive daydreaming" insorge in situazioni legate a profondi traumi come il lutto o la brusca interruzione di una relazione sentimentale, che il paziente continua a sognare di mandare avanti, oppure ancora in associazione problemi di natura psicologica noti come ansia, depressione, o disturbo dissociativo.

Cause ed effetti

Analizzando il quadro clinico è chiaro che sognare ad occhi aperti in modo patologico comporta in primis il disagio, l'estrema difficoltà o l'impossibilità a svolgere le mansioni quotidiane. Altro effetto, ovviamente, è quello di interrompere o rovinare i rapporti sociali: chi è affetto da questo nuovo "male oscuro" tende a chiudersi in se stesso e nel suo mondo, oltre che ad evitare le interazioni sociali per paura del giudizio degli altri e della sua incapacità a relazionarsi con essi.

Per quanto concerne le cause non esiste alcuna certezza: prevale l'idea che il sognare a occhi aperti compulsivo sia un modo del paziente di schermarsi da una realtà carica negatività, tra stress, eventi dolorosi o patologie depressive. E in effetti il "maladaptive daydreaming" si accompagna spesso ad ansia, depressione, disturbo ossessivo compulsivo (Ocd) e deficit da attenzione e iperattività (Adhd) e pare, anche se non vi sono studi adeguati al momento, colpire più frequqntemente i giovani.

Come affrontarlo

Non essendoci una bibliografia ancora adeguata, i numeri su questo "male oscuro" sono da prendere con le pinze: per ora si teorizza una diffusione tra l'1% e il 2,5% della popolazione mondiale, e già su Reddit esiste un gruppo che raduna oltre 100mila persone.

Trattandosi di un disturbo psicologico affine a una dipendenza, il "maladaptive daydreaming" viene affrontato grazie all'ausilio di uno psichiatra o di uno psicologo clinico. Non esiste comunque ancora un trattamento specifico, quindi in genere lo specialista "cuce" la terapia giusta addosso al paziente a seconda dei suoi sintomi: spesso dei miglioramenti si riscontrano nei casi in cui le altre patologie in genere ad esso associate vengono risolte.

Le uniche armi restano per ora l'uso di famraci antidepressivi o ansiolitici e ovviamente la psicoterapia.

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