
L'ombra della premeditazione e del "sistema" aleggia sullo scandalo che ha coinvolto Raoul Bova. L'indagine, che la procura di Roma ha avviato dopo la denuncia fatta dall'attore alla polizia Postale per la presunta estorsione, è ad ampio raggio ma al momento gli inquirenti si starebbero concentrando sull'ipotesi che dietro alla vicenda ci sia un vero e proprio sistema. Il protagonista di Don Matteo potrebbe essere finito in una trappola, organizzata da tempo per estorcergli denaro, e potrebbe non essere l'unico vip ad essere finito nel mirino.
Incongruenze e telefonini sequestrati
Per chi indaga sono troppi gli elementi che non convincono nella versione fornita da Federico Monzino e Martina Ceretti, la 23enne romana che ha flirtato per due anni con Raoul Bova prima di incontrarlo in un hotel di lusso. Al momento solo Monzino, 29enne rampollo di una famiglia di imprenditori milanesi, è stato denunciato. L'uomo ha ammesso di avere passato le chat e gli audio di Bova e Martina a Fabrizio Corona - che li ha poi resi pubblici in una puntata del suo format "Falsissimo" - ma nega di avere ricattato l'attore. Martina Ceretti e Fabrizio Corona non sono indagati ma i loro telefonini (e quello di Monzino) sono stati sequestrati per ricostruire l'esatta dinamica dello scambio di chat e informazioni. I riscontri investigativi avrebbero, però, portato alla luce incongruenze nelle versioni fornite da Monzino e Martina Ceretti, e questo potrebbe portare a un aggravamento della posizione della modella.
La rubrica di Ceretti, il desiderio di fama
Le posizioni divergenti di Ceretti e Monzino non convincono chi indaga e ora la vita della modella 23enne è al vaglio delle autorità. Nella rubrica del suo cellulare ci sarebbero i contatti di molti personaggi pubblici. Sebbene lei abbia cercato di tirarsi fuori da tutto dichiarando di aver condiviso con l'amico i file audio di Bova "in buona fede e senza secondi fini", Monzino afferma che lo scambio di informazioni con Corona sarebbe avvenuto per assecondare un desiderio di Martina "di diventare famosa". Dunque appaiono leciti i dubbi degli inquirenti sul ruolo della modella, che potrebbe essere stata più di una semplice amante.
I quaranta messaggi del "ricatto"
Intanto la Procura ha ricostruito l'esatta dinamica del tentato ricatto a Raoul Bova che, tra l'11 e il 12 luglio, avrebbe ricevuto circa quaranta sms sul suo numero di cellulare privato da un telefonino con numero spagnolo. Decine di messaggi insistenti, che avevano l'obiettivo di spingere l'attore a pagare per evitare la pubblicazione delle chat compromettenti con Martina.
"È un reato quello che stai facendo. Io non cedo", scrive Bova rifiutandosi di negoziare. I messaggi sono stati acquisiti come prove nell'ambito dell'indagine per tentata estorsione aperta dalla procura di Roma.