Rimini, bagnini in sciopero: “Vogliamo la pausa pranzo e più sicurezza in spiaggia”

Protesta clamorosa in Riviera: “Troppi chilometri da coprire, pochi mezzi e nessun rinforzo”. La Regione valuta la precettazione.

Rimini, bagnini in sciopero: “Vogliamo la pausa pranzo e più sicurezza in spiaggia”
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A Rimini, nel cuore della Riviera romagnola, i bagnini incrociano le braccia. Non è solo una questione di diritti sindacali, ma anche – e soprattutto – di sicurezza. Sabato prossimo, in uno dei weekend più affollati dell’estate, le torrette resteranno vuote, i pattini fermi, i binocoli appesi: è il primo sciopero ufficiale dei bagnini.

La miccia: una pausa pranzo cancellata

A scatenare la protesta è una ordinanza regionale introdotta nel 2024 e ancora in vigore, che impone turni alternati di vigilanza tra le 12:30 e le 14:30 – proprio durante la tradizionale pausa pranzo. A pagarne le conseguenze sono i bagnini, costretti a sorvegliare fino a 300 metri lineari di spiaggia da soli, il doppio rispetto al consueto raggio d’azione. Una situazione che, denunciano, mette a rischio la sicurezza di bagnanti e operatori.

La protesta: spiagge scoperte e corteo in città

Lo sciopero sarà accompagnato da una manifestazione pubblica che si concluderà in piazzale Boscovich. I sindacati puntano a coinvolgere cittadini e turisti per sensibilizzare sull’importanza di un servizio di salvataggio ben strutturato. "Siamo favorevoli all’estensione del servizio – chiarisce Francesco Guitto, segretario generale di Filcams Cgil Rimini – ma servono più personale, più mezzi e più organizzazione. Così si mette in pericolo tutti". David Maranghi, presidente dell’Associazione Marinai di Salvataggio della Riviera, aggiunge un altro punto chiave: "Il nostro lavoro si basa sul coordinamento. In un’emergenza si interviene sempre in coppia. Se siamo da soli, il rischio aumenta, e non solo per chi è in acqua".

Tecnologia ferma a 50 anni fa

Le condizioni di lavoro dei bagnini, sottolineano i sindacati, non sono al passo coi tempi. "Usiamo ancora i mosconi di legno degli anni ’70 - afferma Maranghi - Abbiamo testato una tavola motorizzata che può dimezzare i tempi di soccorso da 80 a 15 secondi, ma è solo in fase sperimentale". Il disagio, però, non è solo fisico: "C’è anche un carico psicologico pesantissimo – continua –. Se qualcosa va storto, la responsabilità ricade tutta su di noi, anche dal punto di vista morale".

Il fronte opposto: “Danno per il turismo”

Dall’altro lato della barricata, gli imprenditori balneari lanciano l’allarme: lo sciopero rischia di danneggiare l’intero settore. "Il momento e le modalità sono sbagliati – commenta Mauro Vanni, presidente nazionale dei balneari di Confartigianato –. L’ordinanza è regionale, non modificabile in stagione. Fermare il servizio crea solo disagi, senza risolvere nulla".

Verso la precettazione: il prefetto richiama alla responsabilità

Nelle ultime ore la Prefettura di Rimini ha convocato le parti in causa, sottolineando che quello dei bagnini è un servizio pubblico essenziale. Secondo fonti istituzionali, si va verso la precettazione: un decreto potrebbe obbligare i marinai di salvataggio a garantire comunque la presenza in spiaggia, bloccando di fatto lo sciopero. "Se ci obbligano a restare in servizio – avverte Guitto – si tratta di un attacco al diritto di sciopero. Lo farebbero nel silenzio assordante della politica e delle amministrazioni locali".

Il sindacato deciderà il da farsi nell’assemblea convocata alla vigilia della

protesta. La richiesta resta chiara: turni adeguati, nuove assunzioni e un servizio di salvataggio sicuro ed efficiente. Perché – concludono – la sicurezza dei bagnanti non può essere un compromesso estivo.

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