Scritte pro-Palestina sui muri: così gli attivisti preparano le barricate a La Sapienza

Attivisti in azione nell’università capitolina: silicone nelle serrature delle porte del rettorato e di altre aule. Chieste le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni

Scritte pro-Palestina sui muri: così gli attivisti preparano le barricate a La Sapienza
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La Sapienza ancora al centro delle rivendicazione degli attivisti pro-Gaza. La notte scorsa sono comparse oltre 30 scritte pro-Palestina sui muri interni dell'università. Da "all eyes on Rafah" a "stop accordi" fino a "Free Gaza", "stop genocide" e "a Gaza non ci sono manco più i muri su cui scrive": scritte di ogni tipo ad affiancare i messaggi destinati a ricordare l'appuntamento di domani "14 maggio contro Senato Accademico". Oltre a chiedere nuovamente le dimissioni della rettrice Antonella Polimeni, è stato inserito del silicone nelle serrature delle porte del rettorato e di altre aule.

Il clima alla Sapienza è rovente e domani potrebbe essere una giornata spartiacque. Tornati a montare le tende “contro il genocidio” nella Città universitaria, gli attivisti pretendono un incontro con la rettrice e soprattutto il boicottaggio di Israele. La riunione del Senato accademico fissata per domani porta con sé il rischio di nuove tensioni: nel precedente incontro del 16 aprile si consumarono scontri tra manifestanti e polizia.

Come riportato da Roma Today, gli studenti arrivano all’appuntamento di domani in stato di “agitazione permanente”. Negli ultimi giorni sono stati organizzati diversi incontri e dibattiti sulla Palestina, mentre sabato è andato in scena il corteo partito da piazza Vittorio Emanuele II con destinazione la Città universitaria. A evitare il peggio la presenza delle forze dell’ordine.

Per domani gli attivisti pro-Pal hanno lanciato un “contro-Senato accademico” al pratone della Sapienza. Una mossa per ribadire la richiesta di interrompere gli accordi con la filiera bellica e le università sul suolo occupato e una presa di posizione dell’università sul “genocidio in corso”.

Un messaggio destinato alla rettrice Polimeni:“Non lasceremo che continui a ignorarci”. Seguiranno aggiornamenti, ma la tensione è palpabile: le scritte comparse sui muri nelle scorse ore confermano che i manifestanti pro-Gaza non hanno intenzione di fare passi indietro.

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