Alla scoperta degli orologi, vero strumento del potere

Quest’anno il festival èStoria di Gorizia, giunto alla ventesima edizione, si concentra sul tema "date"

Alla scoperta degli orologi, vero strumento del potere
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Quest’anno il festival èStoria di Gorizia, giunto alla ventesima edizione, si concentra sul tema «date». Su come l’uomo categorizzi e scandisca il tempo per costruire una mappa con cui orientarsi nel presente attraverso la Storia. Tra i vari interventi (il Festival durerà sino a domenica), uno è veramente d’eccezione quello di David Rooney. Rooney, già responsabile della misurazione del tempo presso l’Osservatorio Reale di Greenwich, è membro dell’Antiquarian Horological Society e del comitato del Clockmakers’ Museum di Londra, il più antico museo al mondo dedicato agli orologi e agli orologiai.

Il suo saggio più famoso, di cui parlerà a èStoria sabato alle 15 al teatro Verdi, è I dodici orologi che raccontano il mondo (Garzanti). Perché se la storia dipende dal tempo, misurare il tempo è fondamentale per la civiltà umana, e ci cambia. Quando la vita dell’antica Roma diventa terribilmente stressante? A partire dal 263 a.C. quando la prima meridiana venne portata in città dopo la conquista di Catania da parte di Vanio Valerio Massimo. Il tempo fece irruzione nell’urbe. L’arrivo degli “orologi solari” fu cosi traumatico da diventare oggetto delle lamentele anche dei commediografi: «Gli dèi dannino quell’uomo che per primo scoprì le ore e, sì, che per primo collocò qui la meridiana, che ha frantumato il giorno in pezzetti, povero me! Sapete che, quando ero ragazzo, l’unica meridiana era il mio stomaco...». Il tempo standard diventava uno strumento di controllo di ordine. Nel bene e nel male. Come spiega Rooney: «Con gli orologi le élite esercitano il potere, fanno soldi, governano i cittadini e ne controllano le vite. E in qualche caso, sempre con gli orologi, la gente contrattacca. Niente di tutto ciò è astratto. Sono veri orologi con storie ricostruibili che fanno prendere vividamente vita a episodi cruciali e talvolta violenti del passato».

Del resto se la Royal Navy era la marina con

maggiore capacità di orientarsi in mare aperto per tutto il primo Settecento, il merito fu di un cronometro marino che consentiva di calcolare la longitudine. Per parafrasare un saggio di Cipolla: Vele e cannoni e orologi.

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