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"Solidarietà a Gaza". E Montanari chiude l'ateneo per il Ramadan

Il rettore dell'Università per stranieri di Siena replica la decisione della scuola di Piolello e sospende le lezioni per la fine del Ramadan

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Chiuso per Ramadan. Il discusso caso di Pioltello ha fatto scuola, nel vero senso della parola. Proprio come accaduto nell'istituto comprensivo in provincia di Milano, anche l'Università per stranieri di Siena sospenderà la didattica il 10 aprile prossimo per il giorno di Id al-fitr, la festa islamica della rottura del digiuno. Nell'atto, firmato dal rettore Tomaso Montanari, viene sottolineato come la decisione sia stata presa "in segno di condivisione" per la festa di fine Ramadan e anche come "visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza, in grandissima parte musulmana, sottoposta a un incessante, inaudito, massacro".

Nel decreto del rettore viene inoltre richiamato lo statuto dell'ateneo, nel quale si enuncia che l'Università promuove e favorisce "i processi di incontro, dialogo, mediazione fra persone con lingue e culture diverse, nell'intento di favorire la civile e pacifica convivenza che nasce dal reciproco riconoscimento e dal vicendevole rispetto". Pertanto, l'università guidata da Monatari ha ribadito la volontà di impegnarsi "nella diffusione del plurilinguismo e del multiculturalismo in sintonia con le linee dettate dalle Istituzioni europee e dall'Onu". Sì, le stesse istituzioni europee che in realtà cancellano il Natale per non offendere chi professa un'altra religione e che nascondono le radici giudaico-cristiane del Vecchio Continente nel nome di un assurdo pluralismo d'impronta laicista.

"Uno degli obiettivi del mandato rettorale è la costruzione di relazioni e rapporti oltre i canali diplomatici, oltre le logiche di appartenenza e oltre le strategie colonialistiche o promozionali per costruire una cittadinanza mondiale, praticando un multiculturalismo", si legge ancora nel documento firmato dal professor Montanari, pronto a condividere la festività islamica con motivazioni che per la verità esulano dall'ambito religioso o culturale. Nel nota viene infatti espressa la necessità di "dare un visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza", con chiaro riferimento al conflitto in corso in Medio Oriente.

Nelle scorse settimane, lo stesso rettore Montanari era stato contestato da alcuni attivisti pro-Palestina per la sua giusta decisione di non boicottare le università israeliane. Ora, la decisione che sembra invece strizzare l'occhio a chi lo aveva scioccamente accusato. Al contempo, il docente ha fatto sapere che questo provvedimento si accompagna all’intenzione di sospendere la didattica anche "venerdì 11 ottobre, Kippur, a un anno dalla strage del 7 ottobre". E questo perché - ha aggiunto - "la nostra missione statutaria è costruire il multiculturalismo, e contribuire alla pacifica convivenza tra i popoli".

E allora, che multiculturalismo sia.

Con il rischio che, come spesso è accaduto nell'area progressista, si confonda il doveroso rispetto delle altre culture con una commistione che annacqua le radici di pensiero poste a fondamento della nostra società.

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