
Tre morti per botulino: due in Calabria e una in Sardegna, tutti per colpa di un pasto street food. Ma senza alcun nesso l'uno con l'altro. Luigi Di Sarno, 52 anni, è morto dopo aver mangiato un panino a base di salsiccia e broccoli al food truck «Da Peppino» sul lungomare di Diamante, ora sotto sequestro. L'uomo, dopo essere stato visitato in una clinica, si è sentito male in autostrada mentre stava tornando a casa. Un'altra cliente, originaria del cosentino, è morta giovedì all'ospedale. Almeno 12 altre persone sono state intossicate dopo aver mangiato lo stesso alimento nella stessa attività. Tra questi due 17enni di Roma, anche loro in vacanza, entrambi ricoverati in terapia intensiva, uno intubato e l'altro cosciente.
Roberta Pitzalis invece, 38 anni, è morta mentre era ricoverata all'ospedale Businco di Cagliari. L'intossicazione era avvenuta alla Fiesta Latina di Monserrato per colpa di un guacamole
confezionato importato dal Perù o ora sequestrato. Tre dei pazienti intossicati sono stati dimessi nelle ultime ore dall'ospedale Brotzu. Restano stabili, ma ancora gravi, le condizioni degli altri cinque: tra questi, un bambino di 11 anni ricoverato in terapia intensiva al policlinico Gemelli di Roma.
Il dipartimento di Prevenzione, ricerca ed emergenze sanitarie del ministero della Salute ha immediatamente attivato tutti i protocolli sanitari una volta identificati i due cluster. In questo modo è stato garantito ai pazienti «l'accesso tempestivo agli antidoti salvavita - dichiara il capo dipartimento Maria Rosaria Campitiello -. La rapidità dell'intervento è stata possibile grazie alla rete capillare della Scorta strategica nazionale antidoti e farmaci e alla collaborazione di tutti gli enti coinvolti».
In Calabria la Procura di Paola ha aperto un'inchiesta con due indagati disponendo il sequestro, su tutto il territorio nazionale, di un prodotto commerciale che sarebbe all'origine dei casi segnalati. I pm stanno indagando per morte come conseguenza di un altro reato e commercializzazione di alimenti nocivi. E stanno accertando anche eventuali responsabilità mediche per la morte di Di Sarno, su cui è stata disposta l'autopsia.
«Il botulismo non conosce stagionalità. Tuttavia, con il caldo aumentano i rischi: le alte temperature, l'assenza di ossigeno nelle conserve vegetali e il ph superiore a 4.5 possono favorire la germinazione della spora» spiega Patrizia Laurenti, direttore dell'Unità operativa complessa Igiene ospedaliera del Policlinico Gemelli e professore associato della facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. «Bisogna fare molta attenzione alle conserve preparate artigianalmente. Anche il pesto fatto in casa, se non lo si consuma nell'immediato, va congelato. I rischi per la salute sono alti. La tossina botulinica colpisce prima i nervi cranici».
Il rischio di può prevenire, spiega l'esperta, «mantenendo le conserve vegetali in cantina o comunque in ambienti freschi e acidificandole. Passate di pomodori o marmellate, invece, sono sempre sicure. Ovviamente non bisogna consumare cibi di cui non si conoscono origine e modalità di preparazione e conservazione».