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Voli, caos liquidi: rincari da 130 euro

Non sempre scanner adeguati: così chi è costretto a imbarcare il bagaglio paga di più

Voli, caos liquidi: rincari da 130 euro
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Doveva essere la grande novità dell'estate per i viaggiatori: finalmente liberi di portare nel bagaglio a mano il profumo da 150ml, la crema idratante formato famiglia e il liquore comprato in vacanza. E invece? Regna il caos più totale. La regola c'è, i metal detector intelligenti (cioè quelli in grado di capire se un liquido è pericoloso o no) mancano. O meglio, non ci sono in tutti gli aeroporti. Quindi chi parte non sa se può portare le sue bottigliette fino ai controlli pre imbarco. Bella fregatura. Perché se non si rispettano le regole, si rischiano costi aggiuntivi fino a 130 euro.

Il pasticcio non è all'italiana. Ma all'europea: ad essersi trasformata in una roulette russa aeroportuale è la regola sui liquidi fino a 2 litri nel bagaglio a mano, approvata dalla Conferenza europea dell'aviazione civile lo scorso 25 luglio. Il meccanismo sulla carta era perfetto: aeroporti con scanner di ultima generazione possono dire addio al limite dei 100ml che da anni tormenta chi viaggia. Il problema? Non tutti gli scali hanno deciso di aderire alla rivoluzione dei liquidi.

Immaginate la scena: partite da Milano Malpensa con la vostra bottiglia di vino da regalare agli amici. Tutto liscio. Ma fate scalo a Parigi e, sorpresa! L'aeroporto ha mantenuto il vecchio limite. Risultato: addio bottiglia e costi extra per il bagaglio da stiva.

E qui arriva il bello (si fa per dire): comprare un bagaglio da stiva all'ultimo minuto costa un occhio della testa. Ryanair vi chiederà tra i 35 e i 75 euro, Vueling fino a 75 euro, mentre per volare in Giappone con ITA potreste arrivare a pagare 130 euro. Praticamente il costo di una cena di lusso per trasportare una boccetta di shampoo.

Assoutenti lancia l'allarme: «È come giocare alla lotteria, ma invece di vincere soldi li perdi!». Il presidente Gabriele Melluso denuncia questa situazione kafkiana in cui i passeggeri scoprono le regole solo arrivati ai controlli di sicurezza, quando ormai è troppo tardi per tornare indietro.

La lista degli aeroporti «illuminati» che hanno già i nuovi scanner è lunga e prestigiosa: Milano (Malpensa e Linate), Roma Fiumicino, Bologna, Torino, Dublino, Belfast, Edimburgo, Parigi (Charles de Gaulle e Orly), Londra (Heathrow, Gatwick, Southend), Birmingham, Madrid, Palma di Maiorca, Düsseldorf, Colonia, Amburgo, Berlino, Francoforte sul Meno, Stoccarda, Monaco di Baviera, Praga, Bratislava, Sarajevo, Malta. Ma il fatto che abbiano la tecnologia non significa che la usino per liberalizzare i liquidi. La soluzione proposta da Assoutenti e Consumerismo No Profit è di buon senso: che l'Enac pubblichi una lista aggiornata degli aeroporti «liquid-friendly» e che le compagnie aeree indichino sui biglietti quali regole si applicano.

Perché un viaggiatore informato è un viaggiatore che non si ritrova a dover scegliere tra abbandonare il suo gel per capelli preferito o pagare una penale salata. Insomma, mentre aspettiamo che l'Europa si metta d'accordo sui liquidi, è meglio affidarsi ai contenitori da 100ml, ormai compagni di viaggio da anni.

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