Era il 1951 quando, grazie allintuizione di Leo Fender, nacque il basso. Nello stesso anno «nacque anche il miglior bassista del mondo, Jaco Pastorius, e nacqui io, il peggior bassista delluniverso». Pablo Echaurren non è generoso con se stesso quando parla delle sue qualità di musicista, ma come collezionista di bassi non ha niente da invidiare. Dei circa sessanta bassi storici che compongono la sua collezione, lartista romano ne espone una parte allauditorium Parco della Musica nella mostra «Linvenzione del basso», aperta fino al 30 luglio. È la prima volta che Echaurren presenta al pubblico la sua raccolta e, probabilmente, sarà anche lultima «perché per me è una sofferenza estrema separarmi dai miei feticci», ha detto.
Si va dal Gibson Eb Bass del 1954, un basso primitivo che ricorda più che altro un violino, al Cloe Pablo Bass, strumento progettato da Echaurren nel 2009, esposti insieme con altri pezzi che hanno fatto la storia dello strumento. Come il Framus Star Bass, modello usato nei primi sei dischi dei Rolling Stones (tanto da meritarsi il nome «Stone bass») e il Tom Holmes Bo Diddley Bass, realizzato dal liutaio americano per il grande bluesman Bo e da questultimo regalato agli ZZ Top, con tanto di dedica sul retro del corpo dello strumento: «To ZZ Top from Bo Diddley. Rock on!» Ci sono anche bassi italiani perché, come ha sottolineato Echaurren, «dopo gli Stati Uniti, lItalia è stata, con lInghilterra, la nazione più feconda nellindustria di bassi, tanto che linglese Vox incaricava litaliana Eko di realizzare gli strumenti».
Agli strumenti e ai collage esposti nello spazio Auditorium Arte si aggiungono, nel foyer Sinopoli, nove grandi tele realizzate da Echaurren in occasione della mostra, opere recenti e inedite tutte, naturalmente, dedicate al basso.
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