Da Aulla a Montecitorio dopo il rinvio a giudizio

Barani alla Camera nonostante l’accusa di abuso d’ufficio

Prima il rinvio a giudizio, e subito dopo l’elezione a deputato: una settimana all’adrenalina, quella del sindaco di Villafranca in Lunigiana ed ex primo cittadino di Aulla, Lucio Barani, che va in parlamento a rappresentare l’alleanza Democrazia cristiana-Partito socialista imparentata con la Casa delle libertà a pochi giorni dal provvedimento a suo carico dal gup di Massa con l’accusa di «abuso d’ufficio in relazione al «Tiro a volo Aullese». «È stata la Divina Provvidenza a darmi una mano» ammette lui stesso, ancora incredulo. E aggiunge: «A pochi giorni dal voto, il rinvio a giudizio poteva essermi fatale. Invece la gente ha capito, sono stato eletto coi resti e per la rinuncia di De Michelis, ma a Villafranca e Aulla ho superato il 15 per cento dei suffragi, e sono stato votato molto anche all’Isola d’Elba, a Grosseto e in Garfagnana». Nel frattempo, immunità parlamentare a parte, Barani ha intenzione di difendersi nelle sedi giudiziarie per ribadire la «totale estraneità ai fatti» visto che, sottolinea, «avrei recato ingiusto vantaggio patrimoniale a una società no profit, come è il Tiro a volo». Eppure, il giudice dell’udienza preliminare ha ritenuto che Barani debba essere giudicato di invasione di area demaniale, interramento dei piattelli e simili nefandezze. Tutto questo, in quanto il «reprobo», da sindaco, ha votato - come tutti gli altri 18 consiglieri comunali, ma lui solo è a giudizio! - a favore di «una proposta degli uffici che recepiva le direttive impartite dal ministero dell’Ambiente per le destinazioni d’uso dei campi di tiro a volo».

Strano, insiste Barani, che in passato è finito in prima pagina, fra l’altro, per aver dedicato una statua e una piazza a Bettino Craxi: «Mi sa di provvedimento a orologeria - conclude -. Ma non mi arrendo, e mi batterò più di prima per una legge sulla responsabilità civile dei magistrati».

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