Roma

Aumentano i nidi, restano le liste d’attesa

Il Campidoglio conta di avere settemila posti in più in cinque anni

Michela Giachetta

Settembre, riaprono scuole e asili. E quest’anno i genitori avranno a loro disposizione più strutture fra cui scegliere dove portare i bambini dai zero ai tre anni. Ma le liste d’attesa non diminuiscono e rimane quello che Adriana Spera, capogruppo del Prc, definisce «il problema della qualità». Apriranno entro dicembre, infatti, 29 nuovi asili nido, con 2.600 posti in più per i piccoli romani.
Ma, come spiega l’assessore alla Scuola, Maria Coscia, «a un aumento dell’offerta corrisponde un aumento della domanda, (nel 2006 le richieste sono state 16mila), quindi si arriverà a fine anno a una lista d’attesa di circa 4.500 bambini (più o meno la stessa degli anni scorsi, ndr) con un’accoglienza del 65-70 per cento delle domande». Nel dettaglio, su 29 asili 18 saranno comunali (1015 posti), ma gestiti dalla Farmacap che è proprietaria anche di tre delle nuove strutture (207 posti) e otto, invece, saranno aziendali, finanziati con fondi pubblici (315 posti). Dei 18 asili nido comunali otto sono prefabbricati. «Si tratta di edifici innovativi, funzionali, con la stessa resistenza del cemento armato, minor costo e soprattutto grande rapidità di realizzazione», spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Giancarlo D’Alessandro. A questi posti, inoltre, vanno aggiunti quelli per circa altri mille bambini che si prevede verranno chiamati grazie all’applicazione del 15 per cento, ossia la percentuale media di minori che, pure iscritti, risultano non frequentare l’asilo.
Il Comune intende proseguire su questa strada: l’obiettivo per i prossimi cinque anni è di avere 7mila posti in più, arrivando così alla percentuale del 33 per cento fissata dall’Unione Europea per l’offerta dei servizi alla fascia d’età 0-3 anni. Entro settembre, inoltre, verranno pubblicati due bandi per convenzionare asili nido privati e aziendali. «La speranza è di avere in questo modo altri 2-300 posti - spiega la Coscia - e l’impegno del Comune sarà quello di pagare la differenza fra la retta privata e quello che il cittadino spenderebbe iscrivendo il figlio a un asilo pubblico». Aumenta la quantità, quindi, ma per la Spera non basta: «Stiamo andando sempre di più verso asili che sono sempre meno gestiti dal Comune e sempre di più affidati a terzi, anche se il programma dell’Unione prevede cose diverse». «Già ora - continua la capogruppo del Prc - i bidelli sono gestiti da multiservizi, sono quindi persone che hanno un percorso formativo diverso da un dipendente comunale». Inoltre, per colmare le carenze di personale in 18 nuovi asili nido i dipendenti saranno gestiti dalla Farmacap. «Ma questo personale - spiega ancora la Spera - a parità di funzioni coi dipendenti comunali guadagna uno stipendio più basso». L’assessore Coscia ha sottolineato che stanno ponendo «la questione della carenza di personale al governo per studiare una deroga al vincolo del turn over imposto dalla Finanziaria, che non permette di assumere più del 25 per cento delle persone andate in pensione». «A quel che mi risulta - puntualizza la Spera - la deroga richiesta riguarda solo le 150 persone che hanno vinto un concorso più di un anno fa e ancora non hanno un posto. Ma la carenza di personale è ben più grave.

Noi di Rifondazione, assieme a Verdi e Comunisti italiani, pur avendo molte volte provato a sollevare il problema, abbiamo sempre trovato un assessorato sordo».

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