Auto, è crisi nera (-19%) Jeep salvagente di Fiat

Giù, sempre più giù, a un passo - come evidenzia l’Unrae - dai livelli del 1984. In Italia le immatricolazioni di automobili sono in caduta libera (-18,9% in febbraio e -17,8% nel bimestre) e la tendenza, senza misure strutturali di sostegno, è quella di un ulteriore peggioramento. «Il mercato - avverte Oreste Ruggeri, concessionario Citroën - sta perdendo 2,5 volte rispetto alla media europea». E proprio i titolari di concessionarie rischiano di essere le vittime sacrificali di questa crisi. Le proiezioni di Federauto parlano di 500mila veicoli in meno rispetto alla media dell’ultimo quadriennio. Il 2012, a questo punto, potrebbe chiudere con 1,5 milioni di unità vendute, al di sotto del limite cosiddetto di sopravvivenza. Federauto, attraverso il suo presidente Filippo Pavan Bernacchi, insiste nel chiedere al governo di non sottovalutare il problema anche perché, senza il solito stratagemma delle vendite di vetture «chilometri zero» negli ultimi tre giorni di febbraio, il calo sarebbe stato da record, visto il dato progressivo di -35,3%. «A Roma - spiega Pavan Bernacchi - devono pensare a un piano triennale strutturale di rilancio, capace di togliere dalle strade i 14 milioni di auto più vecchie, premiando chi acquista vetture benzina e gasolio a basse emissioni di CO2 e chi opta, invece, per le soluzioni Gpl-metano, ibrido o elettrico». Vendite bloccate, dunque, a causa dell’eccessiva fiscalità, del caro carburanti e delle super polizze Rc auto, come ricorda il Centro Studi Promotor. E vendite ferme anche per il gruppo Fiat (-20,1% e quota di mercato al 28,3%), salvato solo dall’andamento positivo del marchio Jeep (+38,3%).

L’effetto nuova Panda, del resto, non incide ancora sui risultati: gli ordini, per ora, toccano quota 35mila unità. Ad appesantire il tutto è anche il dato sull’usato: -16,8% il mese scorso. Nella crisi emergono i coreani di Kia (+45,5%) e Hyundai (+11,6%), e la romena Dacia (+22,8%).

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