Auto, Fed riluttante sul piano di aiuti: necessario il via libera del Congresso

In una lettera inviata al presidente della Commissione bancaria del Senato, Bernanke esprime un forte scetticismo al piano d'aiuti proposto da Obama. La Casa Bianca: "L'accordo è ancora possibile"

Auto, Fed riluttante sul piano di aiuti: 
necessario il via libera del Congresso

Washington - Il piano di Obama non convince fino in fondo. Almeno non convince la Fed. Sebbene le principali piazze finanziarie hanno esultato al piano d'aiuti messo in cantiere a sostegno del settore automobilistico, l'istituto guidato da Ben Bernanke ha fatto di essere "molto riluttante" a sostenere il pacchetto qualora non lo dovesse fare anche il Congresso.

La posizione della Fed "La Federal Reserve è riluttante a concedere aiuti all’industria dell’auto senza il via libera del Congresso", ha sottolineato il presidente della banca centrale americana, Ben Bernanke, in una lettera inviata al presidente della Commissione bancaria del Senato, Christopher Dodd, il 5 dicembre scorso. "La Federal Reserve sarebbe estremamente riluttante a estendere il credito - si legge nella lettera - nel caso in cui il Congresso avesse valutato la possibilità di fornire aiuti, ma dopo le dovute considerazioni, decidesse di non agire". "La Casa Bianca e il Congresso questa mattina avevano ancora divergenze per il piano di aiuto al settore auto, ma l’accordo resta ancora possibile", ha fatto sapere il portavoce della Casa Bianca, Dana Perino, precisando che, per quanto nelle ultime ore non si siano ancora fatti progressi, "in generale si procede nella giusta direzione".

Il sostegno alle banche La riserva federale americana ha annunciato che in gennaio offrirà 300 miliardi di dollari alle banche in occasione di due distinte aste di rifinanziamento.

L’istituto proroga così il meccanismo Taf messo in piedi lo scorso autunno per stabilizzare il sistema finanziario statunitense. Le operazioni, nello specifico, riguarda un’asta a 28 giorni (in calendario il 12 gennaio) e un’altra a 84 giorni (in agenda per il 26 gennaio): entrambe da 150 miliardi.

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