Dal fallimento sospetto di un concessionario alla scoperta di truffe per 38 milioni di euro. Il mezzo? Automobili straniere di lusso, quasi tutte tedesche, importate in Italia da imprese «di carta», società che al momento di versare lIva allo Stato falliscono misteriosamente. Per riciclarsi, però, in altre ditte che, a loro volta, cedono le auto (a questo punto esenti da tasse) ai concessionari su piazza. Otto le persone denunciate per evasione fiscale, bancarotta fraudolenta e fatturazione falsa dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma dopo due anni di indagini nella zona dei Castelli Romani. Un sistema truffaldino ben collaudato quello delle frodi-carosello, incentrato su un complesso intreccio di società amministrate dalle stesse persone tramite prestanomi, in genere ultraottantenni e incapaci dintendere e di volere. Un sistema di scatole cinesi in orizzontale secondo gli inquirenti, attuato attraverso la costituzione e la gestione di società fantasma dette «cartiere». Come? I titolari temporanei effettuano acquisti da operatori commerciali comunitari facendo emettere fattura sulla partita Iva delle imprese destinate al fallimento. Subito dopo aver passato la frontiera i veicoli «full optional» passano nelle mani di società effettivamente operanti sul mercato con vendita diretta al pubblico e con prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato.
Una concorrenza sleale per i concessionari regolari, resa possibile grazie allIva mai versata allerario dallimportatore ma «scaricata» dallazienda successiva che non figura come primo acquirente internazionale, quindi non soggetto al pagamento dellIva comunitaria. Attenzione, dunque, alle auto vendute a prezzi bassi: secondo la Finanziaria 2005 lincauto acquirente potrebbe essere obbligato al pagamento dellimposta evasa (comma 386 L.311 del 30 dicembre 2004).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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