Economia

Auto, nerissimo anche il 2012 E in Italia sarà come nel 1984

Per l’auto il 2011 è stato un anno negativo (-1,4% le vendite) ma il 2012, guardando nella sfera di cristallo, dovrebbe andare peggio (-5% secondo PwC Automotive Institute). Tra i grandi mercati si è salvata solo la Germania (+8,8%) grazie al traino delle esportazioni (4,5 milioni di veicoli, +7%), ma anche per Berlino e dintorni comincerebbero ad addensarsi le nubi. Global Insight, in proposito, azzarda fn da ora un 2012 in sofferenza: -2%. Peggio dell’Italia (-10,9% il bilancio finale), ha fatto la Spagna (-17,7%), per la terza volta consecutiva sotto il milione di unità, sottolinea l’Unrae nella sua analisi.
E sempre in Spagna la crisi ha causato la chiusura di 500 concessionarie e la perdita di 5mila posti nell’intera filiera. Gli osservatori, intanto, mettono in guardia Madrid: anche nel 2012 ci sarà da soffrire, soprattutto nel primo semestre. Negativa anche la Gran Bretagna (-4,4%) che, però, si consola con il buon risultato conseguito dai veicoli a basso impatto ambientale (+11,3%) che ha portato alla riduzione delle emissioni di CO2: 138,1 grammi/chilometro da 144,2 del 2010. Si lecca le ferite anche la Francia (-2,1%), ma la situazione è vista in peggioramanto: -13% nel 2012 per Global Insight. «Quanto all’Italia - commenta Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - dove il 2011 si è chiuso con la performance peggiore dal ’96, le prospettive per il 2012 non appaiono particolarmente incoraggianti, tanto più se si considera che si è già aperta una nuova fase di recessione per la nostra economia dopo la modesta ripresa tra il 2009 e il 2010. A questo punto, le sorti del mercato appaiono legate soprattutto alla possibilità che il pacchetto di rilancio dell’attività economica, di cui si parla (“la filiera - ricorda al governo Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto - da sola vale l’11,6% del Pil e impiega 1,2 milioni di addetti”), contenga anche misure per sostenere il comparto o, quantomeno, delle soluzioni ecologiche, come le vetture a metano, a gpl o elettriche, e anche quelle con altre alimentazioni, ma con emissioni di anidride carbonica contenute». Giorgio Elefante, responsabile di PwC Automotive Institute, aggiunge, riferendosi sempre all’Italia, che «le perduranti condizioni d’incertezza dell’economia, assieme alle misure di maggior prelievo fiscale, influiranno negativamente sulle spese dei consumatori, contribuendo alla complessiva debolezza del mercato per tutto il 2012, il cui livello è atteso a 1,64 milioni. Il mercato, con il -6% stimato, tornerà ai volumi del 1984 e la risalita sarà lenta». L’esperto indica nel 2015 l’anno nel quale le vendite dovrebbero riportarsi sopra i 2 milioni.
Guardando ai costruttori è il gruppo Volkswagen a confermare la propria leadership con un aumento delle vendite, sul 2010, del 7,8%, e i suoi due marchi principali (Vw e Audi) archiviare l’anno, rispettivamante, con un +9% e un +9,1%. Per il gruppo di Wolfsburg quota di mercato pure in crescita, al 23,3%. Un 2011 sicuramente difficile per Fiat Group Automobiles (-12% per 1.077.228 unità vendute nell’Europa a 27 e quota al 7% dal 7,8 precedente) nonostante i buoni risultati di Alfa Romeo (+18,7%) e Jeep (+61,8%). Soddisfazione, per Torino, arriva anche da Panda e 500, ai primi primi due posti nelle city-car.

Ma è sul 2012 che ora bisogna concentrarsi.

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