Auto senza controllo, giallo al Rally d’Italia 2006

Un testimone: «Black out di 30’, monitor impazziti, non sapevamo che succedeva a macchine e tifosi»

All'improvviso tutte quelle lucine colorate sui monitor della direzione gara sono impazzite. All'improvviso, durante l'edizione 2006 del rally d'Italia, quei segnali luminosi che seguivano come ombre decine di vetture in corsa sono diventati puntini senza senso. Per rendere l'idea, è come se sui radar della torre di controllo gli aerei, le loro rotte, il loro avvicinarsi alla pista, d'un tratto, diventassero incomprensibili. Contemporaneamente, assicura chi è stato testimone del fattaccio, è andato in blocco anche il sistema di comunicazioni radio provocando il panico nella direzione gara. Non si sapeva più nulla di auto, campioni e pubblico perché i bolidi parevano tutti nei guai negli stessi minuti e i commissari e i soccorsi lungo pista non erano raggiungibili via radio. Minuti di vera paura sperando che un’auto non uscisse di strada. Gli organizzatori del Rally d'Italia - sugli sterrati sardi l'edizione 2007 è scattata proprio ieri - ammettono un problema al Gps, cioè al sistema che segnala alla direzione di gara la posizione delle vetture in gara; negano però con decisione che ci sia stato un contemporaneo black out radio. Fatto sta, anche grazie a una documentata inchiesta a puntate apparsa sul mensile specializzato Tutto Rally+, è da mesi che si rincorrono voci sulla tormentata edizione 2006: dal collegio dei revisori dei conti dell’Aci che chiede lumi sul milione e 300mila euro di perdite, ai pasticci tecnici come quello di cui sopra.
«In due occasioni diverse - racconta uno dei testimoni presenti in direzione gara e sentiti dal Giornale -, per dodici minuti durante una prova del sabato e per una ventina il giorno dopo, si è verificato un black out completo: sia delle comunicazioni radio che del sistema di tracciatura del movimento delle vetture (il tracking system, ndr). Le macchine erano segnalate dalle lucine, ma i colori indicavano incidenti e problemi... Abbiamo capito che era in tilt. Normalmente, il sistema garantisce una certa sicurezza perché abbiamo due frequenze radio per comunicare con i nostri uomini lungo la gara: se una si guasta si va sull'altra; se si guastano entrambe quantomeno si riceve la tracciatura delle vetture tramite il tracking system. Non avere la radio a posto è già un dramma perché se succede qualcosa fra il pubblico lungo la prova non puoi intervenire subito, però almeno continui a seguire le auto. Invece noi non avevamo né l'uno né l'altro. Da quanto saputo, tutto sarebbe stato causato da un sovraffollamento di antenne e segnali su un unico aereo. In tilt quelle apparecchiature, nessuno degli operatori lungo il percorso, commissari, medici, ambulanze e auto di intervento veloce, riusciva più a parlare. A quel punto abbiamo solo sperato non accadesse nulla... Se fosse successo qualcosa di grave, i tempi di reazione sarebbero stati lunghissimi».
Non è andata così, sottolinea invece il general manager del rally, Antonio Turitto: «Noi non abbiamo avuto un black out delle comunicazioni radio, ma solo di quelle Gps, causato da una interruzione della linea telefonica: interruzioni in questo sistema sono ritenute fisiologiche e comunque si verificano in tutte le gare del campionato del mondo. Sostanzialmente, è come avere un telefonino che a volte riceve e a volte no». Comunque, conclude Turitto, «la cosa importante è che non c'è mai stata un'interruzione del collegamento tra la gara e la direzione... ho fatto un'indagine interna. E, soprattutto, la sicurezza resta il nostro obiettivo principale».
Dunque, è giallo sul rally d'Italia 2006. Informato, sgrana gli occhi il due volte campione del mondo Carlo Sainz.

L’asso spagnolo, ritiratosi a fine 2005, non le manda a dire: «Così non si deve correre, è qualcosa che non deve assolutamente accadere... Mai far mancare le comunicazioni in un rally perché sono alla base della sicurezza. Cosa penso? Che un fatto così potrebbe mettere a rischio il futuro della gara italiana».

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