Dopo due anni di lotta contro una malattia subdola, "Ciccio di Cefalù", come era conosciuto da tutti, il primo giorno del 2023 si è spento serenamente. All'anagrafe Francesco Liberto, 86 primavere alle spalle, "Ciccio" è stato un protagonista del mondo delle corse automobilistiche. A lui si di deve la creazione delle scarpe dei piloti. È stato Ignazio Giunti il primo a chiedergli di realizzarle. Era il 1967. Ciccio che aveva mosso i primi passi nel laboratorio dello zio quando non aveva ancora 10 anni, era già un artigiano esperto. Le scarpe per quel pilota le realizzò su misura pensando alle sue esigenze: pianta piatta e larga, per offrire al piede l’appoggio perfetto sui pedali, lacci alti, per consentire al cuoio di fasciare il piede come una seconda pelle.
Io avevo conosciuto "Ciccio" tramite mia madre, Costanza Afan de Rivera Costaguti, scomparsa il 15 settembre del 2020, per la quale nutriva una speciale venerazione. Mamma Costanza, infatti, era nipote di Vincenzo Florio, ideatore e organizzatore della Targa Florio, un mito tuttora. Ciccio le voleva bene, con lei si metteva a parlare della creatura di zio Vincenzo e di quel mondo di eroi che a entrambi piaceva tanto. Dopo un’arancina, consumata sul bar della piazza di Cefalù, Ciccio mi condusse nella sua storica bottega sul lungomare. Mi chiese subito del mio lavoro, sapeva che scrivevo di motori, così gli raccontai che da li a pochi giorni avrei intervistato Mario Andretti. Mi disse: "Mario? Ha il 43. Portagli i miei saluti e chiamatemi quando sarete insieme”. Abbronzato un sorriso che coinvolse anche i suoi occhi blu come il mare, Ciccio si girò a cercare un non so cosa tra gli scaffali. La ricerca terminò quando da una pila di scatole di scarpe tirò fuori una specie di grande quadernone. Mi fece togliere le scarpe, prese le misure dei piedi e ne disegnò la sagoma. Volle anche che gli scrivessi una dedica. Mi sentivo in profondo imbarazzo: "Ciccio" mi aveva riservato un trattamento fino ad allora esclusivo per quegli eroi che rischiavano la vita a 300 all’ora sulle strade della "Targa" e sui tracciati della Formula 1.
Quando Niki Lauda correva, prima del weekend di gara, un jet privato si alzava da Bologna e atterrava a Palermo dove venivano imbarcate le scarpe realizzate proprio da quel piccolo-grande ciabattino. Quindi, l’executive ripartiva per andare a fare la consegna direttamente al pilota. Qualità, maestria nella realizzazione di ogni calzatura e scaramanzia, convinsero Enzo Ferrari a farlo diventare fornitore ufficiale di Maranello. Le calzature di "Ciccio" sono state indossate da tutti i grandi delle corse fin a quando il regolamento di gara li ha obbligati a indossare esclusivamente abbigliamento ignifugo. Quando nel 2018 Porsche presentò una delle sue ultime vetture, girò un cortometraggio in Sicilia con un omaggio speciale all’artigiano di Cefalù. Sfogliando il “librone dei piedi” ne ho trovati due disegnati asimmetrici: al sinistro mancava l’alluce. Erano quelli di Vic Elford, vincitore della "Targa" nel ‘68. Il pilota aveva sentito parlare di quell'artigiano proprio da Giunti.
Appena arrivato in Sicilia per la "Targa" si è così recato a Cefalù per farsi realizzare un paio di scarpe su misura. Elford indossava le scarpe di "Ciccio" quando tagliò per primo il traguardo. Nell'occasione si era sparsa la voce che erano state proprio quelle calzature a condurlo alla vittoria. Le calzature di Ciccio per tutti avevano poteri magici alla pari dei calzari alati del dio Mercurio. A quel punto le hanno richieste scaramanticamente: Ickx, Reutemann, Fittipaldi, Regazzoni, Arnoux, Merzario, Vaccarella…Tutti i piloti volevano le scarpe di Ciccio per entrare nella legenda. In una delle nostre ultime telefonate, "Ciccio" mi aveva raccontato dell’addio di Lauda. “Niki vinse un mondiale con le mie scarpe. E quando è morto ha voluto essere seppellito con la tuta della Ferrari insieme alle mie scarpe”. Anche mia mamma Costanza aveva espresso il desiderio di fare il suo ultimo viaggio con le scarpe di "Ciccio" ai piedi. Un omaggio all’amico e un ricordo ai tempi in cui da bambina andava, tenuta per mano da Zio Vincenzo, a salutare i piloti prima della gara.
Costanza amava la "Targa" e quel mondo che la riportava indietro alla sua fanciullezza. “Non pensate a me con tristezza, sappiate che sono un uomo felice perché ho realizzato il mio sogno: entrare a far parte del mondo delle corse, quello che ho tanto amato”. Caro Ciccio, amico mio, voglio ricordarti così, con le stesse parole che avevi voluto affidare ai social, nel momento in cui per l’ultima volta abbassavi la saracinesca della tua storica bottega sul lungomare di Cefalù. Saluta mamma Costanza, quando vi incontrerete lassù.
Le esequie di questo meraviglioso artigiano che con umiltà e professionalità ha portato le sue creazioni nel mondo delle competizioni, quando i piloti erano eroi, saranno celebrate domani (Martedì) alle ore 10:30 nella Parrocchia San Francesco di Cefalù.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.