Altavilla (BYD): "Noi gli incentivi non li vogliamo. Serve un piano europeo per svecchiare il parco auto"

Il manager della big cinese ha ribadito la politica aziendale, puntando il dito contro la Commissione Ue

Altavilla (BYD): "Noi gli incentivi non li vogliamo. Serve un piano europeo per svecchiare il parco auto"
00:00 00:00

Alfredo Altavilla, ex alto dirigente di FCA e attuale Special Advisor per il mercato europeo di BYD, a margine dell'IIA Mobility 2025, ha commentato la situazione del mercato europeo dell'automobile. "A noi non interessano gli incentivi - riferendosi alle politiche europee per la transizione all'elettrico - quindi non partecipo al dibattito su come devono essere fatti. Ho sempre detto che vogliamo svecchiare un parco auto pre Euro6 di 24,5 milioni di automobili in Italia dobbiamo avere un programma fatto dall’Europa pluriennale" in altre parole: se non ci si organizza per bene non faremo mai il passo necessario per il passaggio dal fossile all'elettrico.

In Italia il parco auto ha una media di 12 anni secondo le ultime rilevazioni. Qui entra in gioco BYD con una politica aziendale che non tutti si possono permettere. Il colosso di Pechino ha voluto organizzarsi da solo, infatti, come dice il manager: "Abbiamo lanciato una campagna commerciale di incentivazione con criteri molto semplici, ci porti una macchina fino a euro 5 da rottamare e hai accesso a degli incentivi indipendentemente dalla tua fascia di reddito, dalla città di residenza, e lo facciamo con i nostri soldi”. A questo giro il privato, vedendo l'assoluta inadeguatezza delle politiche green targate Ursula, ha dovuto fare da solo. "Io credo - continua - che a livello europeo manchi una strategia effettiva di come implementare questa transizione ecologica. La commissione Ue è stata molto veloce a mettere la tagliola del 2035 sui motori termici, molto meno chiara e trasparente su come ci si arriva". Una situazione che non colpisce solamente i possessori di una macchina, ma crea un danno non da poco a tutto l'indotto, di conseguenza si rischia di mandare in fumo "migliaia di posti di lavoro".

La mancanza di una politica industriale tanto forte, quanto comunitaria è il problema. Secondo Altavilla al momento "non c'è soluzione". Venerdì 12 settembre ci sarà un nuovo incontro tra Commissione e imprese dell'autonomive è sarà "l'ennesima occasione persa. Per rendere effettiva la transizione è necessario aprire al 2035 la strada almeno ai plug in hybrid e ai range extender - un sistema che prevedere un piccolo motore a combustione dentro il motore dell'auto per ricaricare la batteria - che consentirebbe un processo di educazione del cliente alla mobilità elettrica, consentirebbe all’infrastruttura di ricarica di diffondersi capillarmente e consentirebbe soprattutto il mantenimento di posti di lavoro”.

Una stilettata non da poco verso la Commissione Ue da parte di uno dei vertici di un vero e proprio colosso che conta quasi 5 milioni di mezzi venduti e un fatturato da 110 miliardi di dollari che chiarisce: "Questa ci sembra la condizione minima di modifica del green deal" ma non si vuole fermare qui, per rendere l'Europa attrattiva e competitiva in questo settore sono necessarie "aperture ai cosiddetti e-fuel", si tratta di carburanti prodotti artificialmente attraverso la combinazione di idrogeno e CO₂ catturata dall'atmosfera, utilizzando energia elettrica da fonti rinnovabili.

Un mercato sempre più in difficoltà che senza una visione concreta di futuro "continuerà a deprimersi e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Stiamo proiettando al 2035 un mercato del 40% inferiore a quello che era nel 2017". Dalla big tech dell'auto la chiave è tanto lo svecchiamento del parco quanto la mobilità sostenibile e Alfredo Altavilla lo sa: "Siamo convinti che la nostra tecnologia vada nella giusta direzione.

Siamo intenzionati a presidiare tutti i segmenti che possano essere di interesse per il consumatore europeo con una gamma prodotto che avete visto crescere negli ultimi 15 mesi e da qui alla fine dell’anno vedrete ulteriori lanci, gli investimenti ce li stiamo mettendo tutti”. In altre parole le misure short term non possono avere un futuro o meglio se utilizzate "per poche migliaia di macchine mi sembrano destinate a svuotare l’oceano con un cucchiaino" conclude.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica