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Automotive, rischio recessione nel 2023: ecco quali sono i timori

Nonostante alcuni timidi segnali positivi, il presidente di Federauto crede che il 2023 non sia l'anno giusto per la ripresa completa del mercato auto: ecco alcuni numeri e le prospettive

Automotive, rischio recessione nel 2023: ecco quali sono i timori

Nonostante i primi timidi segnali positivi per il 2023, la strada verso una completa guarigione del mercato dell'auto è ancora lunga. Novembre 2022 si è chiuso con il segno più rispetto allo stesso mese dell'anno precedente grazie anche agli ecobonus dello stato ma a causa di numerosi fattori di instabilità e incertezza, il prossimo anno è a "rischio di recessione e di ulteriore indebolimento della domanda".

I numeri del 2022

L'affermazione è stata fatta dal presidente di Federauto, Adolfo De Stefani, dopo aver visto i dati del mese appena passato: le immatricolazioni hanno segnato un +14,7% (119.853 unità), ma il progressivo annuo è sempre in passivo dell'11,63% con un calo addirittura del 31,7% rispetto all'anno che ha preceduto la pandemia con un disavanzo superiore a 560mila pezzi. Il 2022 si dovrebbe chiudere con circa 1,3 milioni di vetture vendute ma si tratta di "un'ulteriore frenata del mercato rispetto al 2021 e in particolare della domanda dei privati, lasciando irrisolti diversi nodi strategici per la transizione ecologica", si legge sul comunicato della Federazione.

La strategia fino al 2030

Il suggerimento di De Stefani è introdurre un credito di imposta esteso fino al 2030 che possa agevolare e permettere l'installazione di infrastrutture di ricarica elettrica ultraveloce "da parte degli operatori di vendita e assistenza degli autoveicoli, insieme allo snellimento delle pratiche per l'implementazione dei punti di ricarica", per poter raggiungere gli obiettivi Ue e migliorare la fruibilità del mercato in maniera sostenibile. Si riunirà nei prossim giorni anche il Tavolo automotive al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy).

Come va l'elettrico

In linea con le auto tradizionali, anche le elettriche hanno subìtp drastici cali a novembre con una diminuzione delle immatricolazioni del 26,1% e una conseguente riduzione della quota dal 4,4% dei primi undici mesi del 2021 al 3,7% dello stesso periodo del 2022. Le vetture plug-in fanno segnare un+20,6% ma nei mesi gennaio-novembre calano del 6,7%. Le vetture a Gpl balzano al +37% a novembre segnando l’11,3% del mercato e l’8,9% da inizio 2022; le vetture a metano calano a picco (-78,6% a novembre e -65,8% nel consuntivo annuo). Benzina e diesel presentano dei balzi del +14,8% e +13,8% pur con un calo delle rispettivamente del 18,1% e del 22,6%.

De Stefani ha poi concluso che la riunione dei prossimi giorni "è passo importante con il quale riprendere il dialogo istituzionale sui temi cari al settore automotive, partendo il 5 dicembre dagli investimenti produttivi in Italia e solo successivamente sugli aspetti del mercato".

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