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Citroen E-Mehari e il coraggio di osare

La Mehari degli anni '70 era una vettura geniale, rivolta a chi faceva dell'auto la propria estensione fisica. Adesso rivive in una chiave diversa

Citroen E-Mehari e il coraggio di osare

Oggi parliamo di Citroen new Mehari, un esempio di come il brand futuristico negli anni '70 vuole rivisitare o forse e meglio dire riesumare i modelli del passato facendolo in chiave moderna. Premiando con queste umili righe non il prodotto inteso come performance o soluzioni tecniche particolarmente interessanti, ma per il coraggio. E qui signori si tratta più di “fegato” che di coraggio, quello che occorre in dosi da container per riportare alla luce quella che fu la open in plastica del brand transalpino che faceva il verso ai “Buggy” e ai fuoristrada che al tempo ebbe un grande successo.

Mehari

La Mehari degli anni '70 era una vettura geniale, rivolta a chi faceva dell'auto la propria estensione fisica, si comprava con due soldi e al tempo si acquistava una filosofia di vita, tutto era romantico, e chi possedeva la Mehari era come dire…solare. Anche perché diciamocelo chiaro, solo in Costa Azzurra o nelle regioni assolate potevi permetterti di viaggiare con una vettura che era più uno spiffero su 4 ruote. Ma era bellissima, io ricordo ancora quella di mia mamma, un colore rosso che col tempo cangiava in arancione, ma non perché era verniciata con prodotti particolari, ma perché sotto il sole la vernice si cuoceva e cambiava colore con gli anni. Stupenda, minimalista, iperaffidabile, componibile, e nella tratta tra Sassari e Santa Teresa di Gallura tutta curve e tanti saliscendi le viti che tenevano uniti i pannelli della carrozzeria si svitavano, era romantico vedere mio padre che giunti a destinazione Capo Testa, armato di cacciavite a croce rimetteva tutto in ordine.

Zero aria condizionata, zero Abs, meno che mai vetri elettrici o navigatore, per tetto c’era un telo che svolazzava a mo' di orecchie d’elefante, era quasi una All Terrain con un’escursione delle ruote da primato, eppure si andava, e nelle curve? Ragazzi nelle curve si andava di bolina, avete presente quando una barca a vela si inclina e tutto l’equipaggio va sul lato opposto per bilanciare lo scafo? Ecco sulla Mehari più o meno succedeva questo. Quelle quattro rachitiche ruotine restavano incollate a terra mentre il resto della carrozzeria partiva per la tangente. Ed ora? Beh a distanza di 50 anni in Citroen hanno voluto riesumarla. Personalmente mi son chiesto se avessero almeno tentato una simulazione di vendite, perché quello che hanno fatto ha quasi dell’incredibile.

Mehari

Mentre negli anni '70 un oggetto come la Mehari aveva un senso, nei giorni nostri si fatica un po' a trovarlo questo senso. Oltretutto metterci sotto il cofano un motore elettrico con un’autonomia piuttosto modesta e per di più un costo non proprio nazional popolare aumenta le perplessità. Cambio rigorosamente automatico e tutte quelle servoassistenze che l’antenata non poteva avere, anche perché non esistevano. Cosa può aver spinto il brand a portare in produzione un oggetto anacronistico e poco utile? Forse la risposta sta nella massima: quando il superfluo diventa necessario. Per cui, a tutti quelli in ascolto, acquistate una casa in riva al mare, trovate una Citroen Mehari possibilmente coloratissima, toglietele le porte e spogliatela di tutto il superfluo, circondatela di parabordi per darle un tocco yachting e usatela per raggiungere le marine o le spiagge più a ridosso.

E nel caso vogliate osare spingervi un po' più in là nelle vostre avventure, beh allora portatevi una bella prolunga ricordando che il vostro coraggio supera di gran lunga la vostra autonomia di 200 km.

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