Non è uno spot, non è un torneo aziendale. BMW in Tour è diventato, in soli tre anni, un laboratorio itinerante in cui il calcio racconta cosa può essere davvero l’inclusione quando smette di essere una parola da brochure.
La terza stagione, presentata a Casa Milan, porta in campo tutte le 31 concessionarie della rete BMW Italia: 15 tappe nelle sedi Insuperabili, squadre miste formate da atleti con disabilità e dipendenti, una finale nazionale a giugno 2026 in un centro sportivo rossonero. In palio non c’è solo una Coppa: c’è la credibilità di un sistema che sceglie di metterci la faccia.
Ad aprire la conferenza è stato Roberto Olivi, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali di BMW Italia, vero regista del progetto e della sua crescita. Olivi ha ricordato come l’iniziativa sia nata da un’idea condivisa con l’A.C.I.B., poi trasformata in una piattaforma nazionale grazie al lavoro con la Fondazione EcoEridania Insuperabili: “Restituire valore alla società, generare connessioni e portare lo sport nei luoghi del lavoro significa incarnare davvero la nostra idea di responsabilità d’impresa”.
Nel messaggio inviato da Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di BMW Italia, l’accento è andato sul lungo percorso di “SpecialMente #drivenbypeople”, il programma di responsabilità sociale nato oltre dieci anni fa: “BMW in Tour è speciale perché unisce ragazzi, concessionari e partner in una rete di valori condivisi che non conosce limiti”.
Enzo Zarattini, presidente dell’A.C.I.B., ha sottolineato con orgoglio che l’iniziativa è partita da un concessionario e oggi coinvolge l’intera rete, “segno di una comunità che crede nello sport come linguaggio universale di solidarietà”.
La voce più emozionata è stata quella di Davide Leonardi, presidente della Fondazione EcoEridania Insuperabili, che ha ricordato come il progetto abbia moltiplicato le possibilità dei ragazzi: “Da soli valiamo dieci, con BMW e Milan valiamo cento”. Dentro quei numeri ci sono 800 atleti, 19 sedi e una Champions paralimpica conquistata a settembre.
Accanto a lui Daniele Massaro, ambassador AC Milan, ha ribadito che “lo sport è unire, non dividere”, ricordando come il club rossonero sia impegnato con Fondazione Milan su progetti sociali sin dal 2003.
Se a febbraio le tappe inizieranno a inseguirsi lungo l’Italia, il vero risultato è già scritto: quando brand, dealer e fondazioni scelgono di sporcarsi le scarpe sul prato, l’inclusione smette di essere retorica e diventa, finalmente, gioco di squadra.