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Duesenberg SSJ, le due "immortali" rimaste nella storia

Il suo nome in codice era SSJ. Le uniche due luxury car prodotte vennero assegnate a Clark Gable e Gary Cooper. Poi una replica gialla fece capolino nel film Il Grande Gatsby

Duesenberg SSJ, le due "immortali" rimaste nella storia

Chi non ricorda il film Highlander (l’ultimo immortale)? "Ne rimarrà soltanto uno", recita la “main phrase”. Qui invece di immortali ne sono rimasti due. Perché di Duesenberg SSJ ce ne sono sempre state solo e unicamente due e già si sapeva quale futuro avrebbero avuto questi due oggetti su quattro ruote: erano stati pensati e realizzati nel più totale sfarzo, con sistemi innovativi per l’epoca, parliamo del 1935, quasi 90anni fa. Si decise di destinare queste due meravigliose ragazze con le ruote ad altrettante stars di Hollywood. Ebbene sì, i loro nomi ai millennials magari non diranno nulla, ma a quelli un attimino più maturi nomi come Clark Gable e Gary Cooper ancora suscitano emozione. Per snocciolare qualche dato tecnico, ci limiteremo a dire che il motore era un poderoso 8 cilindri in linea, tanto lo spazio non mancava, considerando che il “muso” era lungo quanto una Panda. E la sua cilindrata era di circa 7.000 cc, qui invece le Panda erano sette. Il suo nome in codice era SSJ… le prime due esse stavano per Special Speedster mentre J stava per due porte “Passo Corto”, immaginate quanto era lunga quella a 4 porte.

La cosa bella e caratteristica di tutte le luxury cars dell’epoca era la possibilità di scegliere la carrozzeria, ossia la sovrastruttura appoggiata al telaio. In pratica si trattava di oggetti talmente esclusivi che ti davano tutta la meccanica, volante incluso, e il vestito lo sceglievi tu affidandola ai più grandi atelier sul mercato. Tutto ciò dava ancora più esclusività a un oggetto già raro, in quanto ogni auto era diversa dall’altra. Roba da ricchi veri. In quegli anni non c'erano cellulari né internet, la grande recessione americana segnava le vite e il sogno americano era aggrappato al cinema più vivo che mai. Mai stato più appropriato il termine “Star”: gli attori di Hollywood erano come esseri sovrannaturali che facevano sognare e uno dei pochi catalizzatori di quei tempi era proprio il cinema. Così i proprietari della Duesenberg per risollevare le sorti di un brand che volgeva al declino, strategicamente assegnarono le uniche due SSJ prodotte ai due attori di punta di quegli anni, obbedendo alle logiche del marketing. Mentre Gable la usò solo per la durata del contratto, il bel Gary decise di tenerla e di farla propria per cui la comprò, naturalmente a un prezzo di favore, ed entrò in possesso di un suo avatar con quattro ruote. Tuttavia, Gary Cooper incontrò subito un scoglio alto, bello, ricco, famoso e con tre Oscar: la moglie, non proprio colpita dal colore dell'auto tanto che la Duesenberg SSJ venne rispedita in carrozzeria per assumere un nuovo bicolore verde-argento in sostituzione del sabbia originale.

Duesenberg

Per l'epoca, l'auto era veramente all’avanguardia, con soluzioni tecniche diremmo quasi futuristiche. Unita a potenze da rimorchiatore 400 cv sovralimentati per oltre 190 kmh, fin troppo esuberanti per auto di quegli anni, ma si sa, chi vuol stare nell’olimpo deve osare, anche con numeri da capogiro. Questo splendido brand lo ritroviamo protagonista in una recente pellicola che riscosse molto successo. Era il 2013, parliamo del Grande Gatsby di Baz Luhrmann tratta dal celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald e nella quale uno straordinario Leonardo Di Caprio veste i panni del miliardiario che sfreccia su una gialla Duesenberg Model J 4 porte Convertible. Due note di colore: dal momento che le auto originali erano troppo costose e rare per poter essere utilizzate sul set (nel marzo 2013 un modello Duesenberg SJ Cabriolet Coupe fu battuto all'asta per 4,5 milioni di dollari) sul set vennero utilizzate due repliche del modello J dipinte di giallo e modificate per le riprese. Inoltre, Di Caprio, prima di iniziare le riprese, volle cimentarsi e fare pratica nella guida di questi incrociatori a quattro ruote per capire limiti e modi di utilizzo di una portaerei del genere e questo fu possibile solo grazie alla collaborazione di un museo americano che fece arrivare due auto, ovviamente solo esteticamente originali, facendole volare dentro un cargo aereo dagli States fino a Sidney dove sarebbero iniziate le riprese del film.

Insomma, pur avendo avuto una vita produttiva tutto sommato breve (dal 1929 al 1937) Duensenberg è stato sicuramente un marchio che ha lasciato il segno nel mondo delle più blasonate luxury car.

Duesenber

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