La pioggia non ha risparmiato nessuno. Ha bagnato i cordoli, le visiere, le giacche dei tifosi, ma non è riuscita a bagnare l’entusiasmo. Le Finali Mondiali Ferrari 2025 al Mugello sono state tre giorni sospesi tra acqua e passione, tra il ruggito dei motori e il silenzio ammirato di chi sa di trovarsi nel cuore pulsante del Cavallino Rampante. Qualche sprazzo di sole ha bucato il cielo, riflettendosi sui cofani rossi e restituendo al circuito toscano il suo splendore.
Il paddock era un piccolo mondo Ferrari: boutique di abbigliamento, stand di modellini, simulatori, aree per i più giovani, spazi dedicati alle Hypercar e alle GT leggendarie. Tutto parlava lo stesso linguaggio: quello della passione. In un grande capannone, allestito come un museo temporaneo, le 250 e le F40 dialogavano con le Hypercar vincitrici di Le Mans, raccontando un secolo di genialità e coraggio.
Nonostante la pioggia, le tribune erano piene. Domenica, durante l’acquazzone di mezzogiorno, nessuno si è mosso. Gli impermeabili si sono alzati, le macchine fotografiche si sono coperte con le mani, e il suono dei V12 ha coperto quello della pioggia. C’erano famiglie, bambini, collezionisti, curiosi: un popolo intero radunato attorno al mito.
L’edizione 2025 delle Finali Mondiali ha celebrato il ventennale del Programma XX, il progetto nato nel 2005 per permettere ai clienti più appassionati di vivere la pista come veri piloti. Circa cinquanta vetture XX – tra FXX, 599XX, FXX K e 499P Modificata – hanno condiviso l’asfalto con un centinaio di Ferrari del Challenge provenienti da ogni continente. Uno spettacolo orchestrato dal reparto Attività Sportive GT diretto da Antonello Coletta, che sovrintende anche ai programmi F1 Clienti e World Endurance Championship.
"Il Programma XX – ha spiegato Coletta – è il cuore di un percorso che unisce tecnologia, passione e appartenenza. È qui che le idee diventano esperienze e i clienti diventano parte del team. È un laboratorio tecnico ma anche umano, dove la conoscenza si fonde con l’emozione".
Le vetture del programma restano a Maranello, curate e trasportate dai tecnici ufficiali. I proprietari vengono seguiti da ingegneri e istruttori come in un team di gara. Non si corre per vincere, ma per migliorare, per la perfezione di una traiettoria, per il battito che anticipa la staccata.
Dal 2005 a oggi, il Programma XX ha anticipato tecnologie poi confluite nei modelli stradali e nelle competizioni ufficiali. È un dialogo costante tra uomo e macchina, tra istinto e ingegneria, tra rumore e silenzio.
Al Mugello Ferrari ha anche svelato la F76, la prima hypercar creata esclusivamente per il mondo virtuale. Un progetto visionario firmato da Flavio Manzoni, diretto a un pubblico nuovo ma fedele allo spirito Ferrari. Linee parametriche, doppia fusoliera, due cockpit e un nome che omaggia il primo trionfo alla 24 Ore di Le Mans con la 166 MM Barchetta, settantasei anni fa. Un ponte tra passato e futuro, tra pista e metaverso.
Quando la 499P campione del mondo ha chiuso la manifestazione con l’ultimo passaggio davanti alle tribune gremite, il boato del pubblico ha coperto il rumore della pioggia. Vent’anni dopo la prima FXX, la promessa resta la stessa: trasformare ogni curva in un’opera d’arte, ogni cliente in un ambasciatore, ogni motore in un’emozione che non smette di vibrare, anche quando tutto tace.