Con la Omoda 9 il gruppo Chery alza ulteriormente l’asticella della propria offensiva in Europa, proponendo una grande crossover ibrida plug-in che unisce prestazioni notevoli, contenuti tecnologici di alto livello e un prezzo decisamente aggressivo rispetto alle concorrenti dirette. È il secondo modello del marchio dopo la Omoda 5 e rappresenta una sorta di manifesto: dimensioni importanti, immagine curata e una meccanica sofisticata, con l’obiettivo di conquistare chi cerca spazio, comfort e prestazioni senza arrivare alle cifre dei brand premium tradizionali. Inoltre, in ottica flotte aziendali, consente di accedere a vetture dalla "caratura" importante, ma a prezzi decisamente inferiori rispetto alle principali rivali europee.
Design ed esterni
La Omoda 9 si presenta con uno stile moderno e filante, capace di distinguersi senza eccessi. Il frontale è dominato dalla grande calandra a rombi, affiancata da fari a matrice di led che contribuiscono a darle un aspetto tecnologico e riconoscibile. Il cofano lungo, il tetto spiovente e le maniglie a scomparsa slanciano il profilo laterale, mentre la coda appare muscolosa e sportiva, anche se i quattro terminali di scarico hanno una funzione puramente estetica. Nel complesso il design è vistoso e, al pari di molte altre creazioni cinesi, pecca un po' in termini di proporzioni tra lunghezza complessiva, sbalzi e forme generali. Si tratta di una vettura lunga 478 cm, con una presenza su strada che comunica solidità e una certa ambizione premium, seppur ancora presenti troppe cromature rispetto ai canoni europei.

Interni, spazio e tecnologia
L’abitacolo è uno dei punti di forza della Omoda 9. L’ambiente è curato, moderno e costruito con materiali morbidi e ben assemblati, a partire dalla plancia fino ai pannelli porta. I sedili anteriori, rivestiti in pelle nappa, sono riscaldabili, ventilati, regolabili elettricamente e dotati anche della funzione massaggio, un contenuto tutt’altro che scontato in questa fascia di prezzo. Dietro lo spazio non manca: il divano accoglie comodamente tre adulti grazie al pavimento piatto e l’altezza a disposizione resta buona anche per i più alti, nonostante la presenza del tetto panoramico in vetro.

La tecnologia è affidata a due schermi da 12,3 pollici ciascuno. Il cruscotto digitale è ricco di informazioni ma con caratteri talvolta troppo piccoli, mentre il display centrale è reattivo ma meno ampio rispetto a quello di alcune rivali. L’interfaccia non è sempre immediata, pur offrendo Android Auto e Apple CarPlay wireless. Alcune traduzioni non sono perfette e altre funzioni non propriamente intuitive, ma bastano poche ore a bordo per capire al meglio il suo funzionamento. Non mancano la ricarica wireless per lo smartphone e le prese Usb anteriori e posteriori. Il bagagliaio è ampio in pianta ma meno sviluppato in altezza a causa delle batterie: la capacità dichiarata è generosa - ben 660 litri - ma misurata fino al tetto, e nella pratica manca qualche soluzione funzionale come i ganci fermacarico.

Prova su strada
Dal punto di vista tecnico la Omoda 9 è una delle plug-in più complesse sul mercato. Il motore 1.5 turbo a benzina da 143 CV lavora secondo il ciclo Miller ed è affiancato da tre unità elettriche, due anteriori e una posteriore, per una potenza complessiva dichiarata di 537 CV e 650 Nm di coppia massima, oltre a vantare la trazione integrale elettrica. In modalità Sport le prestazioni sono impressionanti e l’accelerazione è realmente molto rapida, con uno 0-100 km/h che non sfigura accanto a modelli ben più costosi, con soli 4,9 secondi fino ad una velocità massima limitata a 180 km/h.

Su strada, però, emerge il vero carattere della vettura. La Omoda 9 preferisce una guida rilassata, fluida, votata al comfort. Lo sterzo è leggero e poco comunicativo, la massa elevata (oltre 2.250 kg) si fa sentire nei cambi di direzione e tra le curve l’auto non invita a forzare il ritmo. I freni sono potenti e ben modulabili, mentre l’insonorizzazione è di alto livello. Meno convincente la risposta delle sospensioni sulle buche più marcate: gli ammortizzatori elettromagnetici lavorano bene nella maggior parte delle situazioni, ma sulle sconnessioni profonde la risposta risulta piuttosto secca. Complessivamente si viaggia molto bene, isolati dall'esterno e coccolati dalle comode ed ergonomiche sedute, oltre ad una suite tecnologica di tutto rispetto. Meno convincenti invece gli ADAS che, in alcuni frangenti, si sono rivelati non così "intelligenti" da prevedere le situazioni stradali, ma comunque nella media dei costruttori provenienti da oriente.

Autonomia, consumi e ricarica
Uno degli aspetti più interessanti della Omoda 9 è la parte elettrica. La batteria da 34,5 kWh consente un’autonomia dichiarata in modalità elettrica di 145 km, un valore molto elevato per una plug-in. Nell’uso reale, anche guidando con una certa disinvoltura, è realistico superare i 100 km senza avviare il motore termico. La ricarica può avvenire in corrente alternata fino a 6,6 kW (servirebbero invece 11 kW) e in corrente continua fino a 65 kW, un dato raro per questa tipologia di vetture e utile per ridurre sensibilmente i tempi alle colonnine rapide. I consumi in modalità ibrida completa sono altrettanto convincenti, seppur difficili da estrarre. La media registrata con un utilizzo principalmente urbano è superiore a 15 km al litro, con picchi di 18/19 km al litro, mentre con frequente impiego autostradale, si scende intorno agli 11/12 km al litro.

Considerazioni finali e prezzi
La Omoda 9 è una proposta interessante e per certi versi sorprendente. Offre prestazioni elevate, tanta tecnologia, grande spazio e una dotazione di serie davvero completa, il tutto a un prezzo di 51.900 euro che risulta competitivo se rapportato a quanto mette sul piatto. Non è un’auto pensata per la guida sportiva, nonostante i numeri, ma una crossover confortevole, silenziosa e ideale per i lunghi viaggi, capace di sfruttare al meglio la componente elettrica nella vita di tutti i giorni.
Qualche limite nella dinamica di guida e nel comfort sulle buche più secche non ne offusca il quadro generale, che resta molto positivo. Per chi cerca una grande plug-in ricca, potente e diversa dal solito, la Omoda 9 merita senza dubbio attenzione.