Autostrade: l’Anas manda le carte all’Ue

Di Pietro: divieto non alla fusione ma al trasferimento della concessione

da Milano

Dopo le «preoccupazioni» dell’Unione Europea, ieri l’Anas - su indicazione dei ministri Padoa-Schioppa e Di Pietro - ha inviato a Bruxelles il dossier sulla decisione di negare l’autorizzazione al trasferimento della concessione da Autostrade per l’Italia ad Abertis. Vi si chiarisce, in particolare, che non si tratta di un no alla fusione tra le due società. Questo dovrebbe fugare i dubbi sul perché la Commissione europea non sia stata informata prontamente della decisione resa nota al mercato venerdì scorso, dopo la chiusura di Borsa. Ora, la Ue studierà il carteggio.
Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha diffuso una nota nell’intento di fornire nuovi elementi di chiarezza. «L’autorizzazione negata - spiega - non si riferisce alla possibilità delle due società Aspi (Autostrade per l’Italia, la società operativa del gruppo Autostrade) e Abertis di compiere un atto legittimo di fusione per incorporazione, che rientra nella loro piena disponibilità e autonomia di scelta imprenditoriale, ma riguarda il passaggio automatico di un bene pubblico, quale la concessione, da un soggetto a un altro solo perché è avvenuta una fusione societaria». Quindi, ha ulteriormente chiarito Di Pietro, «siamo intervenuti sull’atto amministrativo - rectius, concessione pubblica - che riguardando un bene dello Stato non può essere compravenduto come fosse un bene privato». Un bene che, quindi, «non può essere ceduto senza il consenso del concedente, ovvero il governo, e per esso l’Anas. Anche il concedente ha l’obbligo di rispettare la legge - ha rilevato Di Pietro - e per questo il trasferimento della concessione» non può essere fatto a favore di una società di costruzioni», cioè Acs, azionista della spagnola Abertis.
«Nessuna intenzione di limitare il libero mercato, tantomeno il mercato europeo», ha precisato ancora il ministro, mentre «vi è un altrettanto legittimo interesse ad assicurare che non vi siano conflitti di interesse tra società concessionarie e società di costruzione, ragione per la quale in passato sono state escluse società anche italiane alla partecipazione alle concessioni autostradali».
A Bruxelles, non conoscendo esattamente la natura della decisione, erano attese comunicazioni da Roma. Uno dei portavoce della Commissione, Mark Gray, ha ricordato ieri che il governo italiano, «secondo l’articolo 21, deve spiegare a Bruxelles le ragioni della decisione».

A quel punto, se la Commissione non concordasse con l’analisi delle autorità nazionali «potrebbe sospendere le condizioni imposte dallo Stato membro con effetto immediato» e lo Stato membro a sua volta, se in disaccordo, «avrebbe la facoltà di rivolgersi alla Corte di Giustizia Ue».
In Piazza Affari, dopo i ribassi della vigilia, Autostrade ha chiuso segnando un più 0,37% a 21,76 euro.

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