Gian Maria De Francesco
da Roma
«Se ci sono elementi ostativi al contratto li faremo presenti in maniera molto autorevole e in funzione del grado, della gravità, anche la revoca della concessione è una delle possibili armi che abbiamo e che potremmo mettere in campo». Il presidente dellAnas, Vincenzo Pozzi, lo ha detto con tutte le cautele del caso perché «si tratta di una società quotata», ma le nozze tra Autostrade e Abertis si dovranno celebrare solo se saranno soddisfatti tutti i requisiti previsti dalla convenzione tra lente e il concessionario, soprattutto in materia di investimenti.
La circospezione del presidente dellAnas è servita a evitare ad Autostrade un brusco calo a Piazza Affari dove, dopo una momentanea flessione, ha chiuso sostanzialmente stabile (+0,21% a 24,25 euro).
Le parole di Pozzi hanno acquistato maggior peso proprio perché pronunciate allindomani del cda di Autostrade che, approvata la fusione nel gruppo iberico, ha revocato i poteri dellex ad Vito Gamberale. E lo stesso presidente dellAnas ne ha sottolineato la valenza politica. «Gamberale ha esercitato un ruolo di pivot, è una persona autorevole e il fatto che venga a mancare una persona autorevole e credibile è unulteriore preoccupazione». Soprattutto, per quanto riguarda i futuri assetti della concessionaria. «Gamberale - ha aggiunto - ha analizzato criticamente loperazione e ha intuito pericoli per il sistema Italia. Se è preoccupato lui, il mio grado di preoccupazione è maggiore».
I timori non appaiono del tutto infondati considerato che Pozzi li ha esternati al termine di unaudizione presso lAuthority dei Lavori pubblici. Il presidente dellAutorità, Alfonso Maria Rossi Brigante, ha dichiarato «che ci sono ritardi per 3-4 miliardi di euro sugli investimenti previsti dalla convenzione tra Anas e Autostrade stipulata nel 1997». Si tratta di dati che lAuthority metterà a disposizione di governo e Parlamento prevedibilmente entro giugno al termine di unindagine conoscitiva avviata nel 2005.
E sempre dello stesso tema si interesserà la commissione Anas presieduta dal dg Claudio Artusi e composta da Andrea Monorchio (che ha sciolto positivamente la riserva), Luigi Cappugi e Guido Rossi. Entro fine mese dovrebbe essere approntato un parere sugli effetti della fusione in modo tale da valutare tutte le questioni sul tavolo prima dellassemblea di Autostrade che dovrà approvare il merger.
Sempre ieri il cda di Abertis ha approvato la fusione con Autostrade. Lad in pectore della nuova entità, Salvador Alemany Mas, ha messo in evidenza che gli spagnoli sono determinati nel portare avanti il progetto. «Noi siamo dentro Schema 28 e se ci fosse uneventuale offerta lo dovremo decidere anche noi. Quindi cè una blindatura implicita», ha detto Alemany ricordando che anche da parte spagnola si sta preparando un rapporto indipendente. «È da tre anni che siamo in contatto con Autostrade. Abbiamo valutato le varie possibilità e finalmente siamo arrivati a un accordo paritario», ha ricordato il presidente di Abertis, Isidre Fainé, riferendosi alle rimostranze di Gamberale. Daltronde, la stessa Schema 28 ha modificato lo statuto alluopo. Con la cooptazione di Alemany i rappresentanti iberici salgono da 2 a 3 e per le decisioni rilevanti sarà necessaria una maggioranza qualificata di 14 membri su 15. Allinterno di Abertis i due soci di maggioranza, La Caixa e Acs, si sono vincolati a procedere di comune accordo verso la fusione.
Basteranno questi cambiamenti a impedire una contromossa? Basterà lapertura di Gilberto Benetton allingresso di nuovi soci italiani dopo il merger a evitare la discesa in campo di nuovi soggetti? Ieri Gamberale è rimasto in silenzio.
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