Economia

Autostrade, Di Pietro polemizza con la Ue

Banca Intesa smentisce le voci che la vogliono capofila di una cordata italiana

Laura Verlicchi

da Milano

Una giornata nervosa, intessuta di polemiche e di smentite, per i protagonisti della vicenda Autostrade. Ad aprire le ostilità è Antonio Di Pietro: «L’Italia ha ricevuto una lettera di richiamo dal commissario Ue Kroes» sul no alla fusione con Abertis, dichiara ai microfoni di una trasmissione televisiva. La missiva, aggiunge il ministro delle Infrastrutture, ricevuta martedì, chiede una risposta per giovedì, cioè oggi: «Ma io non accetto ultimatum», conclude Di Pietro.
Nel giro di due ore, arriva la smentita da Bruxelles: «Nè la commissaria Neelie Kroes, nè i servizi della concorrenza hanno scritto al ministro Di Pietro - dichiara il portavoce della commissaria -. Infatti abbiamo già a disposizione tutte le informazioni necessarie circa le misure adottate dall’Italia». Di Pietro si corregge: la lettera non è della Kroes, ma dell’ufficio del commissario al mercato unico, Charlie McCreevy. E comunque «è una richiesta fuori dalle righe», insiste il ministro, perché una risposta entro oggi è impossibile, e anche «imprecisa», perché «nella nostra comunicazione non abbiamo negato la fusione ma il trasferimento della concessione», che è un bene pubblico e non del gruppo Autostrade. Comunque, il ministro promette che darà tutte le precisazioni richieste, ma entro dieci giorni.
Cioè esattamente la data indicata dalla commissione, fa notare il portavoce di McCreevy nella dichiarazione che mette la parola fine, almeno per il momento, al giallo delle lettere. La missiva è stata trasmessa venerdì scorso, dice, e il destinatario risponderà entro dieci giorni, come previsto dalle procedure. E comunque «stiamo chiedendo solo delle spiegazioni per stabilire se c’è una violazione del principio del movimento di capitali», il governo italiano non è sotto accusa. Per ora, almeno: perchè in base alle norme, la lettera potrebbe sfociare in una procedura d’infrazione.
Di fatto, spogliare Autostrade delle concessioni trasformerebbe la società in una scatola vuota, facendo così fallire il progetto di integrazione tra i due gruppi. E se Di Pietro torna sull’argomento- «stiamo pensando a un intervento d’autorità per una rivalutazione delle concessioni autostradali», ha detto -, a questo punto l’attesa è per la prossima mossa di Autostrade: la possibile riapertura di un dialogo con il governo o la strada dello scontro diretto con ricorsi al Tar e a Bruxelles.
Subito spento, intanto, il ritorno di fiamma delle voci su una cordata di investitori italiani interessata al controllo di Autostrade, rilevando la quota di Schemaventotto dalla famiglia Benetton: l'agenzia spagnola Efe scrive che Banca Intesa avrebbe presentato un progetto al governo italiano, coinvolgendo altre banche ed altri potenziali soci. Immediata la smentita di Banca Intesa.


Il titolo Autostrade ha chiuso in rialzo dell'1,01%.

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