Autostrade, il Tar deciderà lunedì

Le società contestano lo stop dell’Anas alla fusione. E sulle tariffe interviene l’Autorità

da Milano

Autostrade e Abertis non dovranno attendere molto: il Tar del Lazio prenderà in esame lunedì prossimo, 30 ottobre, il ricorso presentato dalle società contro il provvedimento con cui lo scorso 5 agosto l’Anas ha bloccato la fusione fra le due aziende. L’esito del giudizio, secondo una fonte, potrebbe essere reso noto nella stessa giornata. I giudici infatti si pronunceranno sulla richiesta di sospensiva senza entrare nel merito.
L’obiettivo delle imprese ricorrenti - a cui si è poi aggiunta Schema28, la controllante di Autostrade - è quello di arrivare a un atto ufficiale che riconosca la validità per la domanda di autorizzazione alla fusione ed evitare quindi di presentare un’altra richiesta, come vuole il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. Lo slittamento dei tempi che ne conseguirebbe renderebbe infatti impossibile rispettare i tempi previsti per la fusione, con il rischio di far saltare l’intera operazione.
Resta inoltre aperta la questione delle nuove norme per le concessioni, contestate dalle società, e fortemente volute dal ministro. Il decreto fiscale che contiene, all’articolo 12, il nuovo modello unico di convenzione è attualmente in fase di conversione alla Camera, dopo di che approderà al Senato.
E sulle tariffe autostradali interviene anche l’Autorità di vigilanza sui lavori pubblici, schierandosi sostanzialmente sulle posizioni di Di Pietro. Vanno rivisti i meccanismi che regolano l’incremento delle tariffe, ha spiegato il presidente Alfonso Maria Rossi Brigante in una audizione presso la commissione Lavori Pubblici del Senato, anche «inserendo ulteriori elementi di valutazione della qualità del servizio» e tenendo conto «dell’evoluzione tecnologica che abbatte alcuni costi di esercizio e migliora la qualità complessiva del servizio».


Tra i punti da rivedere, anche i meccanismi automatici di incremento dei pedaggi: «Il dato che emerge con maggior evidenza - rileva infatti l’Autorità - è la distorta applicazione della formula che è stata fatta nel corso degli anni del sistema di tariffazione price cap, che si è dimostrato inefficace a causa degli ampi margini di discrezionalità con cui è stato applicato». Per Rossi Brigante, quindi, appare «indispensabile omogeneizzare l’applicazione» del sistema del price cap per tutte le società concessionarie.

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