Avanti adagio, quasi indietro. Cioè, in pratica, fermi. Intirizziti, stanchi, svogliati. Forsanche stupiti della propria pochezza. Chi si dribbla da solo, chi non dribblerebbe neppure un paracarro, chi cammina, chi lancia gli avversari, chi si limita a osservare. Il Milan sadatta prontamente allausterity, nel senso che torna agli anni Settanta, soprattutto per la velocità da domenica senza automobili con cui fa girare la palla. Così lindemoniato Gattuso sembra luomo venuto dal futuro (però non avrà il futuro prossimissimo, la Juventus, per colpa della sua solita generosità che lo porta allammonizione fatale, mentre lo sconsiderato Flamini la passa liscia...). Daccordo, in questo momento lombroso Carletto non ha a disposizione una vera «rosa» dalla quale scegliere chi mandare in campo, bensì una margheritina stenta che tira a campare in unaiuola metropolitana. Ma, cari miei, è anche una questione di attributi.
E se nellaltalena del «favore-sfavore» questa volta si va allincasso (larbitro fa un tardivo - ma ben accetto - regalo di nozze a Kaladze, non fischiandogli contro un rigore); se la striminzita autorete di Stovini regala due punti; se, nellimminenza del confronto con i Gobbi, la settimana verrà scandita, vedrete, dal mantra «il-Milan-non-fallisce-mai-i-grandi-appuntamenti», sarebbe il caso di tirar fuori quelle cose che tutti sappiamo. Magari evitando di rilasciare interviste-piagnisteo su quale zolla del campo si preferisce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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